Migrante ucciso a Malta: due militari indagati per omicidio a sfondo razziale

Avrebbero sparato da un auto contro tre rifiugiati «perché erano neri». Uno dei due è stato arrestato e avrebbe già cominciato a confessare. L’altro è latitante


Sarebbero due militari i responsabili dell’omicidio diLassanaCissè, ucciso a colpi di arma da fuoco lo scorso aprile. L’uomo, 42enne della Costa d’Avorio,è morto aĦal Far, un distretto industriale di Malta, a poca distanza da uno dei principali centri per rifugiati del paese. Nell’attacco erano state ferite altre due persone, un 22enne della Guinea e un 28ennedel Gambia


I tre vennero colpiti a Triq tal-Gebel, un tratto di strada di campagna che collega un centro per rifugiati ad Hal Far e la località di Birzebbuga, nel sud dell’isola di Malta. Una zonache già in passato era stato teatro di episodi di intolleranza.

Secondo il Times of Malta, unodei due militari è già stato arrestato,l’altro è latitante, in fuga dalle forze dell’ordine maltesi.Se la ricostruzione degli inquirenti fosse confermata, l’omicidio di Cisse sarebbeil primo a sfondo razzialenella storia di Malta.

Alcune conferme sarebbero già arrivate: secondo fonti vicine agli inquirenti, il militare arrestatoavrebbe ammesso come unico motivo dell’aggressione il colore della pelle delle vittime. È emerso anche che i due avrebbero cercato di uccidere un altro rifugiato a febbraio – un 17enne del Chad -investendolo con la macchina.

Gli investigatori hanno riconosciuto i soldati grazie al modello della macchina. Non è ancora chiaro il loro grado, le le loro mansioni e la loro base di riferimento.

In una serie di tweet, il primo ministro maltese Muscatha detto che il governo e i servizi di sicurezza stanno provando a capire se l’attacco su Cisse sia stata un’aggressione isolatao l’azione programmata di un’organizzazione più ampia. Ha anche aggiunto che non c’è posto nella società maltese per parole di odio e divisione.

Negli ultimi mesi l’Isola ha accolto diversi migranti, spesso nell’ambito di accordi raggiunti proprio con l’Italia: in un caso, in particolare, c’era stata molta tensione: il 27 marzo un mercantile di una compagnia turca che aveva salvato 108 persone a poche miglia dalle coste libiche era stato dirottato proprio verso Malta.

I naufraghinon volevano tornare a Tripoli e nei centri di detenzionelibici, dove i migranti vengono sottoposti a torture e vessazioni e vivono ammassati, in condizioni igieniche terribili. Il mercantile, alla fine, approdò a Malta. I “dirottatori” furono arrestati, malgrado avessero soltanto cercato di salvarsi. Quell’evento ha avuto un forte impatto sull’opinione pubblica maltese. L’omicidio di Lassana Cissèè avvenuto pochi giorni dopo.

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