Omicidio Scieri, indagato l’ex generale che diceva: «La “comunione” dei militari? Bere un cocktail di escrementi umani» – Video

Emanuele Scieri è morto 20 anni fa in circostanze misteriose: forse vittima del nonnismo in caserma

Colpo di scena nel caso di Emanuele Scieri, il parà di leva trovato morto 20 anni fa, il 16 agosto 1999, nella caserma Gamerra di Pisa. Archiviato dalla giustizia come suicidio, solo dopo 19 anni – grazie al lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta – è stato aperto un fascicolo per omicidio volontario in concorso, nel quale sono indagati tre commilitoni: Alessandro Panella, Andrea Antico e Luigi Zabara.


Nei giorni scorsi (ma la notizia è stata diffusa solo oggi), invece, la Procura di Pisa ha indagato l’ex comandante della Folgore, Enrico Celentano che, come scrive il Corriere Fiorentino, è accusato di favoreggiamento e false informazioni. Il generale in pensione è stato interrogato per quattro ore dai magistrati pisani.


La famiglia Scieri durante il funerale

I fatti

Emanuele Scieri, militare siracusano di 26 anni, laureato in giurisprudenza, è stato trovato morto il 16 agosto 1999 ai piedi di una torre di asciugatura dei paracadute nella caserma “Gamerra” di Pisa: il giovane, però, era scomparso tre giorni prima, il 13 agosto, giorno in cui sarebbe morto.

Il 15 agosto, quindi due giorni dopo dalla sua scomparsa, l’ex generale fa un’ispezione in caserma alle 5.30 del mattino. Ancora, però, nessuno sapeva della sua morte, almeno ufficialmente.

Il rischio è che, dietro al suo decesso, possa esserci l’ombra del nonnismo. Altro che suicidio, altro che morte accidentale dovuta alla caduta del parà dalla torretta.

Cosa succedeva in caserma

In quella caserma succedeva davvero di tutto. Dalle flessioni con calci e pugni sui dorsali dei militari alla posizione della “Sfinge” (schiena dritta e staccata dal sedile del bus, sciarpa addosso, riscaldamento acceso in piena estate). A parlare degli episodi di nonnismo è l’ex generale Celentano, audito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Scieri.

Racconta che, per il rito della “comunione”, i militari «raccoglievano una serie di schifezze, escrementi umani, liquidi e meno liquidi» che poi bevevano nelle camerate di notte.

La “comunione”

La “comunione”, così veniva chiamata, consisteva nel bere un «cucchiaio di questa robaccia che i ragazzi dovevano mandare giù». Un cocktail micidiale, lesivo della dignità umana. Nello specifico, Celentano parla di «atti che si verificavano spesso dovuti all’esuberanza e alla sciocchezza» dei giovani militari. Comportamenti, però, che sarebbero stati tollerati in una caserma dove le irregolarità sembrerebbero essere state molte.

Il generale Enrico Celentano nel 1999

Alla Gamerra di Pisa, in quegli anni, come emerge dagli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta, si spacciava, si saltava il muro di cinta e si frequentavano le “folgorine”, prostitute dei cui servizi avrebbero usufruito i militari.

Scieri era «un po’ adiposo»

E non è finita qui: nel tentativo di far credere che Scieri si fosse gettato volontariamente da quella torretta (magari scivolando) il generale in pensione, ora indagato, sosteneva che il militare siracusano fosse «un po’ adiposo» avendo «dedicato più tempo allo studio che all’attività sportiva». Da qui l’idea fantasiosa che Scieri sarebbe salito su quella torretta per «vedere se riusciva a fare qualcosa». Insomma, per mettersi alla prova. Tutta colpa sua, altro che nonnismo. Ma i fatti raccontano un’altra verità.

La torretta da cui Scieri sarebbe caduto

Mamma Isabella, papà Corrado (morto nel 2011, ndr) e il fratello Francesco continuano a combattere per conoscere tutta la verità. Emanuele Scieri – la cui salma è stata riesumata per una nuova autopsia – potrebbe avere giustizia dopo 20 anni dalla sua morte.

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