Bollo auto, una sentenza della Corte Costituzionale potrebbe farlo sparire (o almeno abbassare)

Il vicepremier Luigi Di Maio esulta: «Una buona notizia perché il bollo auto è una tassa ingiusta. Se compri la macchina la macchina è tua»

Le Regioni potranno introdurre esenzioni fiscali sul bollo auto a patto di non aumentare la pressione fiscale oltre i limiti fissati delle leggi statali. A deciderlo è la Corte costituzionale che è tornata nuovamente sul tema. Con la sentenza che è stata depositata oggi 20 maggio, il giudice ha precisato la propria giurisprudenza sul tema in maniera che parrebbe definitiva.


La Consulta è stata chiamata a derimere il contezioso fra la Commissione tributaria provinciale di Bologna e la Regione Emilia-Romagna: oggetto del contendere, il pagamento della tassa automobilistica regionale per autoveicoli e motoveicoli con anzianità tra i 20 e i 30 anni, classificati d’interesse storico o collezionistico.


La decisione della Corte però è andata oltre il caso specifico assumendo una valenza più ampia e che può potenzialmente riguardare tutti i veicoli. «Oggi – ha commentato il vicepremier Luigi Di Maio – una sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che le Regioni sono libere di introdurre esenzioni fiscali sul bollo auto. Una buona notizia perché il bollo auto è una tassa ingiusta. Se compri la macchina la macchina è tua».

Esulta anche Davide Caparini, assessore in Lombardia e coordinatore degli assessori regionali al Bilancio, secondo il quale «la sentenza va nella direzione di quanto chiediamo con l’autonomia». «Finalmente – aggiunge Caparini – possiamo gestire, anche se in parte, quello che è un tributo regionale. Siamo quindi liberi di prevedere vari tipi di agevolazione, unico limite è ovviamente la compatibilità con il bilancio».

Difficile oggi calcolare, dal punto di vista economico, le conseguenze di questa sentenza. Il bollo auto produce un gettito molto consistente. Secondo i calcoli effettuati su dati Istat dalla Uecoop (l’Unione europea delle cooperative), la tassa – che si configura da anni ormai come un’imposta sulla proprietà – costa a famiglie e imprese 6,7 miliardi di euro, cifra che indica un balzo del +17,7% in cinque anni.

Fra il 2013 e il 2017, secondo Uecoop, le tasse pagate dagli italiani per la macchina sono aumentate al ritmo medio di oltre 200 milioni di euro l’anno. In uno studio del 2016, la Uil aveva calcolato che gli introiti da bollo auto incidevano per l’11,7% sul totale delle entrate da imposte e tributi propri delle Regioni. Ora, forti della sentenza della Consulta, le Regioni avranno mano più libera nel posizionare l’asticella del prelievo.

Leggi anche