Elezioni europee, fake news: chiuse oltre 500 pagine Facebook legate all’estrema destra

Ancora un’ondata di segnalazioni per il social network che deve fare i conti con la diffusione di bufale propagandistiche in vista delle europee

L’organizzazione Avaaz, una Ong che si occupa di diritti umani, ha smascherato più di 500 account e pagine Facebook legate all’estrema destra che diffondevano fake news in Europa. A oggi, sono oltre 6 milioni gli utenti sospesi dal social network in vista delle elezioni europee, e la piattaforma sta investigando su altre diverse centinaia di account.


Era stata la stessa Avaaz a segnalare recentemente 23 pagine italiane con quasi 2,5 milioni di follower che diffondevano bufale e odio violando le regole di Facebook. Molte di queste, si è scoperto, erano a sostegno di Lega e Movimento 5 Stelle.


Christoph Schott, il direttore della campagna di Avaaz, ha spiegato che, prima di essere chiuse, le pagine avevano raggiunto i 500 milioni di visualizzazioni. «Più del numero degli aventi diritto di voto in Europa».

Le strategie di diffusione

Ognuna di queste pagine era impegnata nella diffusione di informazioni costruite ad hoc per favorire specifici candidati alle europee, diventando anche più seguite degli account ufficiali dei Partiti o dei politici stessi. In Italia, la tattica più diffusa era quella di creare pagine di interesse generale, come il calcio, la salute o la bellezza, per poi trasformarle in rulli per fake news politicamente orientati.

Ma oltre all’Italia, i paesi coinvolti sono Francia, Germania, Regno Unito, Polonia e Spagna. In Francia sono molti gli account sorpresi a condividere contenuti sulla superiorità della razza bianca, mentre in Germania le pagine fake spaziavano dal supporto all’Afd (Alternative fur Deutchland) al negazionismo storico nei confronti dell’olocausto.

Un effetto di reazioni a catena che, secondo Schott, non è destinato a frenarsi con il voto alle europee: «Queste reti hanno un impatto significativo- ha spiegato – perché guidano campagne di disinformazione che vanno avanti per anni, gonfiando enormemente questioni che meriterebbero un risalto decisamente minore».

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