L’Irlanda sceglie il divorzio «facile»

Fino a oggi occorrevano quattro anni di separazione per lasciarsi definitivamente, presto ne basteranno “solo” due

In Irlanda ogni cambiamento costituzionale deve essere validato attraverso un referendum. Così è stato venerdì scorso, per aggiornare la legge sul divorzio. La popolazione si è espressa a favore di una maggiore liberalizzazione della normativa attuale.


Stando ai dati Eurostat in Irlanda solo lo 0,6% dei matrimoni – ogni mille – finisce ogni anno con un divorzio. Eppure, il risultato del referendum sembra un plebiscito: l’82,1% vuole il «divorzio facile».


Tempi di separazione dimezzati

Oggi occorrono almeno quattro anni di separazione per ottenere il divorzio. La clausola esiste dal 1995, quando un precedente referendum dai risultati più ristretti (50,28% a favore), permise la legale rottura del matrimonio. Con l’aggiornamento della legge basteranno due anni per dirsi addio, così come proposto dallo stesso Governo irlandese.

Ma il divorzio non è l’unica questione sociale su cui si sono dovuti pronunciare i cittadini dell’isola verde. E le modifiche importanti sono parecchie: tra le altre decisioni, è stato revocato il divieto di aborto, mentre è stato riconosciuto il matrimonio tra coniugi omosessuali.

Queste riforme hanno trovato concordi i principali partiti del Paese, contrarie le principali associazioni cattoliche, come lo Iona Institute.

Forse proprio perché cosciente del cambiamento sociale in atto, il direttore dell’istituto, David Quinn, ha dichiarato di non avere particolari obiezioni in merito al divorzio “rapido”, a patto che continuino a esserci delle limitazioni costituzionali.

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