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«La fusione a freddo non esiste», ecco contro-studi di Google

28 Maggio 2019 - 22:56 Juanne Pili
Google ha finanziato degli esperimenti per verificare se la fusione fredda fosse davvero possibile

La fusione nucleare è il modo in cui il Sole produce l’energia che consente alla vita di esistere. Sulla Terra è possibile ricrearla in dimensioni molto, molto più piccole. L’obiettivo dei ricercatori ora è quello di realizzare questa fusione a freddo.

Fare questo significa ottenere la fusione degli atomi senza generare le elevate pressioni e temperature necessarie sul Sole. Superare questi limiti è un’impresa ardua, infatti nessuno fino a oggi è riuscito a dimostrare come fare. Eppure chi ci riuscirebbe potrebbe rivoluzionare la ricerca sulle energie rinnovabili.

L’utopia della fusione nucleare facile

In Italia si è parlato tanto dell’E-Cat di Andrea Rossi. Nonostante le varie dimostrazioni eclatanti del suo presunto funzionamento, nessun esperto è mai stato messo nelle condizioni di poter vedere cosa ci fosse dentro il suo meccanismo, come spiegò Paolo Attivissimo in diversi fact-checking impietosi in cui smonta l’invenzione di Rossi.

La fusione nucleare permetterebbe di sprigionare grandi quantità di energia, riuscire a ottenerla senza spenderne altrettanta sarebbe la scoperta del Secolo. Fare le pulci a questo genere di promesse non è quindi una cattiva idea. Con questo spirito Google ha prodotto uno studio pubblicato su Nature, confermandone l’infondatezza.

Lo studio di Google

Nella sua verifica i ricercatori sono partiti da annunci che circolavano già dal 1989, a proposito della scoperta di un sistema per produrre la fusione fredda. Viene però messo in evidenza come da allora ogni tentativo di dimostrazione fosse fallito miseramente. Con l’aiuto di Google si è tentato di analizzare vari esperimenti per testarne la possibilità, al di là dei pregiudizi:

«Abbiamo intrapreso un programma multi-istituzionale per rivalutare la fusione fredda con un alto livello di rigore scientifico. Qui descriviamo i nostri sforzi, che devono ancora fornire prove di un tale effetto».

Non tutti i fallimenti sono sterili

In totale sono stati sottoposti a verifica 12 articoli pubblicati negli ultimi due anni, di questi almeno nove erano stati accettati da riviste che eseguivano una verifica rigorosa degli studi, senza trovare niente di rilevante, ma le sorprese non sono ugualmente mancate.

Quasi come Colombo che scoprì l’America mentre cercava le sue Indie viaggiando a Occidente, la ricerca di Google è arrivata a scoprire, mediante i vari tentativi svolti, diversi materiali che potrebbero rivelarsi efficaci in futuro nella produzione di reazioni nucleari a energia più contenuta.

Oltre a questo lo studio ha messo in campo diversi metodi innovativi di verifica e tecniche di misurazione. Tuttavia la comunità scientifica non sembra molto entusiasta, dal momento che già a livello teorico è inconcepibile realizzare una fusione fredda. 

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