Crisi Whirlpool, Di Maio ritira gli incentivi in diretta Facebook: «Gli accordi si rispettano» – Il video

In Italia «ci dobbiamo far rispettare. Se vieni qui e prendi i soldi dello Stato, non è che poi te ne vai e chiudi gli stabilimenti tenendo un atteggiamento contrario ai patti», dice Di Maio

Luigi Di Maio si presenta in diretta Facebook con tre fogli davanti: sono tre atti di indirizzo – destinatario: le direzioni del ministero del Lavoro, dello Sviluppo Economico e a Invitalia (l’agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa) – con cui il ministro del Lavoro chiede la revoca dei finanziamenti che lo Stato ha erogato a Whirlpool, la multinazionale americana degli elettrodomestici che ha minacciato di chiudere lo stabilimento di Napoli.


L’intervento di Luigi Di Maio arriva dopo la diffusione di una nota con cui l’azienda ha spiegato che «non intende procedere alla chiusura del sito di Napoli, ma è impegnata a trovare una soluzione che garantisca la continuità industriale e i massimi livelli occupazionali del sito». Un impegno che Di Maio, evidentemente, non considera attendibile.


«Quando ci siamo insediati – dice il vicepremier – abbiamo detto che avremmo difeso il made in Italy. Sono stanco delle multinazionali che firmano accordi col Governo e quando vogliono chiudono gli stabilimenti, mettendo in discussione gli accordi sottoscritti. Chi viene in Italia deve rispettare le regole, imprenditori e lavoratori».

Secondo il vicepremier, Whirlpool ha ottenuto 50 milioni di euro di incentivi pubblici dal 2014 a oggi: «Io comincio a revocargli i fondi», ha annunciato, firmando le lettere in diretta, davanti alle telecamere.

Domani è previsto un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo Economico: «Auspichiamo di poter iniziare il percorso con le istituzioni presenti e le organizzazioni sindacali volto a risolvere la vertenza», ha commentato Whirlpool.

La crisi Whirlpool

Sono 420 i lavoratori a rischio nello stabilimento di via Argine a Napoli, dipendenti di Whirlpool. La multinazionale, a sorpresa, aveva annunciato di voler «procedere con la riconversione del sito di Napoli e la cessione del ramo d’azienda a una società terza, in grado di garantire la continuità industriale dello stabilimento e i massimi livelli occupazionali». L’annuncio è era stato dato ai sindacati nel corso di un incontro sul piano industriale.

Su questa crisi aziendale è stato aperto un tavolo al ministero dello Sviluppo economico guidato dal vicepremier, che ha già nei giorni scorsi accusato l’azienda di aver percepito milioni di euro di fondi pubblici che in assenza di una soluzione – dice – potrebbero tornare al mittente.

In copertina lavoratori della Whirlpool davanti al ministero dello Sviluppo Economico a Roma, 4 giugno 2019. Ansa/Massimo Percossi

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