Memphis, polizia uccide un ragazzo afroamericano: scoppia la guerriglia urbana

Il 20enne Brandon Webber è stato ucciso nella notte di mercoledì da un agente di polizia

Il Tennessee Bureau of Investigation ha aperto un’indagine sulla morte di Brandon Webber, il giovane aferoamericano di 20 anni ucciso a Memphis dalla polizia che lo aveva fermato per un controllo. L’episodio ha scatenato le ire della comunità nera della città. Le proteste si sono velocemente trasformate in guerriglia urbana: il bilancio degli scontri è di almeno 24 feriti e tre persone arrestate. Secondo le ricostruzioni, il 20enne Brandon Webber – sul quale pesavano diversi mandati di cattura – sarebbe stato ucciso mentre cercava di scappare dalla polizia: contro di lui sarebbero stati sparati 20 colpi di arma da fuoco.


Gli scontri

La sparatoria è avvenuta nella zona di Frayser la sera del 12 giugno. Verso le ore 23 la pioggia e i gas lacrimogeni hanno disperso la folla. Il portavoce del Tennessee Bureau of Investigation, Keli McAlister, ha detto che diversi agenti si erano recati in una casa del quartiere per cercare un fuggitivo. Lo hanno notato mentre salivano su un veicolo e hanno cercato di fermarlo, ma il ragazzo avrebbe speronato diverse volte i veicoli della polizia prima di uscire dall’auto con un’arma.

La dinamica

La polizia ha poi aperto il fuoco, colpendo l’uomo, che è morto sulla scena. McAlister non ha detto quanti agenti hanno sparato o quante volte l’uomo è stato colpito si legge su The Daily Memphian. Il sindaco di Memphis, Jim Strickland, ha dichiarato su Facebook di essere «orgoglioso dei nostri primi soccorritori, sono rimasto impressionato dalla loro professionalità e da un’incredibile moderazione quando hanno sopportato il lancio di massi di cemento e gente che gli sputava addosso». Oltre agli ufficiali feriti, Strickland ha dichiarato: «Almeno due giornalisti sono rimasti feriti, più auto della polizia sono state vandalizzate, un muro di cemento all’esterno di un’azienda è stato abbattuto e le finestre sono state aperte alla Fire Station 31». «Voglio essere chiaro – continua Strickland – l’aggressione mostrata nei confronti dei nostri ufficiali e deputati stasera non era giustificata».

Foto copertina: Twitter/HLNTV

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