Chi è Christine Lagarde, l’erede di Draghi e perché la sua nomina alla Bce è una buona notizia per l’Italia

È la prima donna a ricoprire l’incarico di governatrice, dopo essere stata la prima donna a capo del Fondo monetario internazionale. La sua nomina è in continuità con la gestione Draghi

Ha fatto molto discutere negli ultimi giorni un video di Christine Lagarde che redarguiva con lo sguardo Ivanka Trump. La figlia del Presidente americano aveva cercato goffamente di intromettersi in una conversazione tra vari capi di Stato – Emmanuel Macron, Theresa May, Justin Trudeau – e la stessa Lagarde. La direttrice del Fondo Monetario Internazionale in quel momento appare in tutta la sua essenza: dura ma composta, cordiale ma severa.


Sono tutte doti che le torneranno utili nel nuovo ruolo di Governatrice della Banca Centrale Europea per cui è stata nominata, un ruolo che – come ha detto recentemente Mario Draghi davanti ad alcuni studenti – è molto meno noioso rispetto a qualche anno fa.


Nel corso della sua presidenza, Draghi è intervenuto più volte per risollevare l’Eurozona nei suoi giorni più bui, l’ultima soltanto qualche giorno fa, ma il suo discorso più conosciuto è quello del whatever it takes, quando di essere disposto a tutto pur di salvare l’euro.

Le sfide della nuova governatrice

Lagarde – 63 anni, campionessa di nuoto, vegetariana – non eredita un’economia pericolante quanto quella che ereditò Mario Draghi nel 2011. Allora cominciavamo ad alzare la testa dopo una recessione tremenda scatenata dalla crisi dei subprime americani, con l’Italia che minacciava il default e lo spread che volava oltre ai 500 punti mentre a Bruxelles si preparavano i vari bail-out per la Grecia.

Ma si tratta comunque di un momento difficile, dove la crescita è lenta se non stagnante in Germania come in Italia, dove il debito pubblico – come quello italiano – rimane tuttora un argomento di scontro tra il nostro Paese e le istituzioni europee.

I vantaggi per l’Italia

Per il premier italiano Giuseppe Conte la sua nomina è comunque una vittoria tricolore. «Con Lagarde alla presidenza – ha dichiarato Conte in conferenza stampa a Bruxelles – l’Italia ottiene un posto nel board della Banca Centrale Europea».

Anche se Lagarde in passato ha appoggiato talvolta politiche di austerità, le sue posizioni non sarebbero molto distanti da quelle di Mario Draghi: controllo dei bilanci pubblici e ok a stimoli monetari quando necessario. Lo ha dimostrato gestendo ben due crisi: Grecia e Argentina dove è stato offerto il consistente piano d’aiuti da 57 miliardi di dollari.

La sua nomina viene vissuta in sostanza come un messaggio di continuità dalla Banca centrale. La grande paura italiana era quella di ritrovarsi un tedesco come Jens Weidmann alla guida della Bce, considerato un “superfalco” e promotore di dure politiche di austerity.

La prima donna alla Bce

Laureata in Diritto del Lavoro e Sociale, avvocato, nell’esercizio del suo incarico, Lagarde dovrà scontrarsi con la storia, non soltanto perché è la prima donna a ricoprire la carica. Tutto sommato, è abituata a questi primati, essendo stata la prima donna a capo del Fmi, dove nel 2011 sostituì Dominique Strauss-Kahn, travolto da uno scandalo sessuale.

Alla guida della Commissione, Lagarde arrivò dopo varie esperienze da Ministro in Francia, prima con il presidente Jacques Chirac (Commercio Estero) e successivamente con il presidente Nicolas Sarkozy (prima, brevemente, all’Agricoltura, poi all’Economia). Nel 2016 venne condannata per “negligenza” per il complesso nell’affare Tapie.

A differenza dei suoi predecessori – l’olandese Wim Duisenberg (1998-2003), il francese Jean-Claude Trichet (2003-2011) e Mario Draghi (2011-2019) – è la prima a non essere stata Governatrice di una banca nazionale. Più politica che economista, dovrà cavarsela tra chi, come l’Italia, chiede maggiore flessibilità nella spesa pubblica e chi invece, come la Germania, vuole maggiore rigore.

Leggi anche: