Ska Keller, la candidata dei Verdi per la Commissione: «Non escludiamo un’alleanza con il M5S» – L’intervista

In precedenza Philippe Lamberts dei Verdi aveva detto che il posto del M5S in Europa era nel blocco dei sovranisti. Ska Keller non sembra pensarla allo stesso modo

Sono ancora in stallo le nomine delle quattro cariche più importanti dell’Unione europea, una su tutte quella della Commissione fino a oggi presieduta da Jean-Claude Juncker. Il presidente francese Emmanuel Macron ha recentemente affossato l’ipotesi dello Spitzenkandidat, chiudendo le porte ai più quotati Manfred Weber, per i popolari, Frans Timmersnans, per i socialisti e al liberale Margrethe Vestager. Tra i nomi “papabili” è spuntato quello di un’ambientalista tedesca: Ska Keller, candidata dei Verdi alla presidenza della Commissione europea e reduce da uno straordinario successo elettorale in Germania. Classe 1981, laureata in Studi islamici, turcologia e studi ebraici, nel 2014 Keller è stata la prima candidata dei Verdi alle elezioni europee. Al momento è il presidente e portavoce delle migrazioni per il gruppo Verde/EFA del Parlamento. Membro della commissione per le libertà civili, lavora anche per i diritti dei rifugiati. Ieri, 24 giugno, era presente all’incontro con il presidente del Consiglio Donald Tusk per risolvere il risiko sulle nomine.


Com’è andato l’incontro?


«È andato bene, ma non c’è stato niente di nuovo. Abbiamo chiarito ancora una volta che non ci interessa il candidato, o la persona, ma ciò che ci interessa maggiormente è vedere un cambiamento delle politiche europee».

Si vede ancora come un possibile candidato alla presidenza della Commissione?

«Dall’inizio sapevamo perfettamente, ed era chiaro, che sarebbe stato improbabile ottenere quella posizione. Noi dei verdi europei siamo una famiglia e volevamo poter presentare un nostro candidato. Sicuramente ci sono delle nomine che valuteremo, ma chiunque voglia ottenere appoggio da parte nostra deve dimostrare di poter fornire una politica coerente e sostanziale sui temi a cui teniamo di più: il cambiamento climatico e i diritti dei rifugiati. Non giudichiamo nessuno dall’apparenza, vogliamo che ci dimostrino un impegno concreto, vogliamo delle prove per poter fare una valutazione sul miglior candidato».

Emmanuel Macron ha detto che il processo del Spitzenkandidat è morto. È così?

«Penso di no. Tutti i candidati sono ancora in lizza per la posizione di presidente della Commissione. Vediamo come andranno le cose. Ricordo che nessun candidato può diventare Presidente senza il supporto della maggioranza del Parlamento. Sicuramente ci vuole tempo per trovare la persona più adatta. A un mese dalle elezioni, dobbiamo dare il tempo ai nuovi gruppi di formarsi».

Vedremo i due maggiori partiti ambientalisti europei unire le forze? Il partito dei Verdi Europei e la Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica?

«C’è già molta collaborazione tra i nostri partiti, cooperiamo su diversi ambiti, soprattutto su ciò che riguarda le politiche sociali. Non ci è arrivato nessun suggerimento, non c’è stata una proposta per un’unione dei partiti. C’è una cooperazione, e c’è sempre stata con qualsiasi forza democratica che si basi sui diritti fondamentali».

Il M5S, ora alleato con il Brexit Party, con l’eventuale uscita del Regno Unito ottobre, dovrà cercare una nuovo gruppo. Potremmo vederlo nelle vostre fila?

«Non so dove finirà il movimento 5 stelle. Sicuramente da tempo stiamo monitorando la situazione italiana e gli sviluppi sulle vicende legate ai rifugiati non rispecchiano il nostro modo di fare. Non ci interessano le questioni di politica interna, guardiamo al modo in cui vengono fatte le cose e con alcuni membri del M5S abbiamo sempre lavorato bene in diversi ambiti».

Quali sono tre proposte che un candidato dovrebbe fare perchè ottenga il vostro appoggio?

«Sicuramente la protezione del clima, le questioni sociali e lo stato di diritto. Abbiamo ovviamente dei punti in comune con i socialisti, ci conosciamo da molto tempo, ma da parte loro non abbiamo visto un grosso supporto per le questioni climatiche. Siamo felici di ascoltare qualsiasi impegno venga preso in quei campi, ma al momento non abbiamo visto nulla di concreto. Con i liberali ci sono molte questioni su cui non andiamo d’accordo. Come detto prima quello che vogliamo vedere da parte delle forze in campo sono cambiamenti significativi nelle politiche dell’Ue».

Il Consiglio europeo non ha raggiunto l’accordo sull’obiettivo di ridurre completamente le emissioni entro il 2050.

«Siamo molto dispiaciuti. Ma spero che chi ha appoggiato la proposta faccia dei passi concreti in quella direzione. Un conto è mostrare un impegno a parole un altro è fare veramente qualcosa per raggiungere quell’obiettivo».

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