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Palermo, la processione si ferma davanti casa del boss fedelissimo di Provenzano: sindaco e maresciallo vanno via

03 Luglio 2019 - 12:59 Fabio Giuffrida
processione palermo
processione palermo
Ad accogliere la processione davanti casa c'era anche la moglie del boss che si sarebbe scambiata un saluto col sacerdote

A Villafrati, in provincia di Palermo, il maresciallo dei carabinieri e il sindaco hanno deciso di abbandonare la processione del Corpus Domini dopo una sosta non prevista davanti alla casa di Ciro Badami, capomafia ora in carcere, considerato uno dei fedelissimi di Bernardo Provenzano.

A decidere quella sosta, riporta l’edizione palermitana di la Repubblica, sarebbe stato don Guglielmo Bivona, che guidava la processione. Una decisione che ha spinto il maresciallo a segnalare la vicenda alla Procura, mentre il sindaco ha protestato con una lettera al prefetto e all’arcivescovo di Palermo.

I fatti

Come è potuto accadere? «Non so se il sacerdote sapesse o meno che quella è l’abitazione di un mafioso condannato – ha spiegato a Repubblica il sindaco di Villafrati, Francesco Agnello – C’era la porta aperta, accanto era stato sistemato un piccolo altare. Ma non ci possono essere equivoci davanti a certe situazioni. E Villafrati ha fatto ormai da anni delle scelte chiare, che non cambieranno di certo per i comportamenti di poche persone».

«La famiglia di questo mafioso non ha mai manifestato una presa di distanza dai comportamenti del proprio congiunto – ha aggiunto il sindaco – Ecco perché quella sosta la considero inaccettabile. Un evento ancora più grave di un inchino, la porta di casa aperta è un segnale chiarissimo».

C’era anche la moglie del boss

Ad accogliere la processione davanti casa c’era anche la moglie del boss, che avrebbe anche scambiato un veloce saluto col sacerdote. L’anno scorso era già capitato un fatto simile, sempre a Villafrati.

In quell’occasione primo cittadino e maresciallo avevano lasciato la processione: «L’arciprete aveva fermato il santissimo sacramento davanti a una persona che non aveva precedenti penali, ma la sua vicinanza a certi ambienti era risaputa in paese. Solo l’arciprete non sapeva, così ha detto».

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