Perché quella notte c’erano così tanti carabinieri in borghese in piazza Mastai?

Piazza Mastai a Trastevere – nota per la movida ma anche per lo spaccio – è il luogo in cui compaiono, due ore prima del delitto, tutti i cinque protagonisti del fatale incontro finale

Due settimane dopo il delitto di via Cossa a Roma, in cui il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega fu ucciso a coltellate dell’americano Elder Finnegan, le zone d’ombra restano su molti aspetti della vicenda.


E tutto si concentra attorno al luogo fisico in cui compaiono, due ore prima del delitto, tutti i cinque protagonisti del fatale incontro finale, i due americani, il mediatore della droga Brugiatelli, ma anche i due carabinieri in borghese.


È piazza Mastai, Trastevere, luogo ben noto della movida ma anche dello spaccio. E Cerciello e Varriale non sono gli unici militi presenti: ce ne sono altri quattro, tra cui il superiore diretto di Varriale, Sansone. Eppure non ci sono verbali né denunce.

Addirittura Brugiatelli parla con i carabinieri prima di chiamare il 112: a rigore bastava la denuncia diretta. Se davvero ha detto a Varriale del furto dello zainetto, delle due l’una: o Varriale era in servizio, e doveva quindi raccogliere direttamente la denuncia, o era fuori servizio, e quindi data l’ora non poteva esserlo poi per la missione di pattuglia in via Cossa.

Sappiamo che Cerciello era senza pistola né manette al momento dell’incontro con gli americani: ma il suo collega le aveva? Un’altra domanda che resta ancora senza risposta certa.

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