Omicidio Cerciello, i primi dettagli dell’autopsia: «Colpito a cuore, stomaco e polmoni». Cosa resta da chiarire

Il referto – al momento ancora secretato – è nelle mani dei magistrati, ma secondo le prime indiscrezioni emergerebbe «l’efferatezza con cui Elder si è accanito sul corpo del militare»

«Sarebbero bastate una o due di quelle coltellate per uccidere il vicebrigadiere, ma ne sono arrivate undici». È quanto emergerebbe dall’autopsia sul corpo di Mario Cerciello Rega, il vicebrigadiere ucciso a Roma nella notte tra il 25 e 26 luglio. 


Il vicebrigadiere è morto dopo esser stato colpito da 11 coltellate, molte delle quali – secondo quanto riferito da fonti inquirenti a Il Fatto Quotidiano – avrebbero colpito gli organi vitali dell’uomo, come il cuore, lo stomaco e i polmoni. Il carabiniere, inoltre, sarebbe stato ripetutamente colpito anche ai fianchi con un coltello militare con lama fissa lunga 18 centimetri.


A essere finiti in carcere per l’omicidio del vicebrigadiere ci sono due 19enni americani: Finnegan Lee Elder, che ha confessato di aver accoltellato il carabiniere e Gabriel Natale Hjorth, accusato di concorso in omicidio. Quanto trapelato dall’autopsia – sempre secondo le fonti – farebbe emergere «l’efferatezza con cui Elder si è accanito sul corpo del militare». 

Parallelamente proseguono le indagini per comprendere la dinamica dell’accaduto attraverso lo studio dei video e dei vestiti del carabiniere, che chiarirà se la maggior parte delle coltellate siano giunte quando Cerciello Rega si trovasse già a terra o meno.

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