Bari, bocciato al liceo e riammesso dal Tar: «I genitori non sapevano che andasse male a scuola»


Al liceo Orazio Flacco di Bari, un alunno della seconda superiore ha ottenuto la promozione al terzo anno del corso quadriennale sperimentale del liceo classico, cosa che gli era stata negata a giugno dal consiglio di classe. Il motivo, seppur bizzarro a un occhio inesperto, sta nel fatto che la famiglia ignara del rendimento scarso del figlio, avrebbe dovuto essere avvisata per tempo. Essendo, quindi, all’oscuro di tutto, ha potuto fare ricorso al Tar e vincere. La madre del ragazzo ha dichiarato di aver saputo soltanto il giorno prima del collegio docenti, da una telefonata della preside che la convocava a scuola, che i voti del proprio figlio non erano soddisfacenti.
«Prima di quel momento – riassume la sentenza del Tar di Bari – non vi erano state altre comunicazioni dirette ed espresse ai genitori circa il rendimento e la capacità del minore di assolvere a quanto necessario per ottenere un risultato di sufficienza nelle materie di studio». L’alunno 16enne, che aveva collezionato una serie di voti insufficienti in più materie, potrà quindi recuperare i debiti conseguiti con il canonico esame di riparazione a settembre.
Cosa dice la legge
Nel 2009, un decreto ministro Gelmini ha fissato i criteri di valutazione degli alunni disponendo l’obbligo di garantire alle famiglie «una informazione tempestiva circa il processo di apprendimento e la valutazione degli alunni effettuata nei diversi momenti del percorso scolastico, avvalendosi, nel rispetto delle vigenti disposizioni in materia di riservatezza, anche degli strumenti offerti dalle moderne tecnologie».
E nonostante le norme vigenti prevedano l’utilizzo del registro eletrronico, cioè un software che permetta anche ai genitori di rendersi conto del rendimenti dei propri figli praticamente in tempo reale, questo non è garanzia di puntualità nelle comunicazioni, tanto più che ci sono genitori che non sono in grado di accedervi.
I giudici poi hanno preso in esame il Piano di offerta formativa del liceo, in cui si stabilisce che la scuola informa «periodicamente le famiglie dello stato del processo di crescita degli allievi e, quindi, anche del loro rendimento scolastico e comportamento» e che «forme di collaborazione più diretta vengono attivate nel caso di alunni in difficoltà».
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