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Brasile, spunta il piano segreto di Bolsonaro per costruire in Amazzonia

20 Settembre 2019 - 22:44 Redazione
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Un progetto che «prevede incentivi per grandi lavori pubblici che attraggano popolazioni non indigene di altre regioni del Paese»

Da mesi il governo brasiliano, guidato da Bolsonaro, starebbe elaborando un progetto per lo sviluppo dell’Amazzonia che prevede la costruzione di una centrale idroelettrica, l’estensione dei collegamenti autostradali e uno spostamento di popolazione verso la regione.

A renderlo noto è The Intercept, il sito del giornalista americano Glenn Greenwald, che è riuscito ad accedere alle registrazioni di riunioni ufficiali nelle quali si è discussa l’iniziativa.

Cosa prevede il progetto di Bolsonaro

Un progetto che «prevede incentivi per grandi lavori pubblici che attraggano popolazioni non indigene di altre regioni del Paese, perché si stabiliscano in Amazzonia e aumentino il contributo del Nord del Paese nel Pil nazionale». L’obiettivo di Bolsonaro è di opporsi a quello che percepisce come il pericolo di una penetrazione cinese e all’influenza della Chiesa cattolica e degli ambientalisti.

L’iniziativa è stata presentata, in una serie di riunioni a porte chiuse, da un colonnello in pensione, Raimundo Cesar Calderaro. Durante una di queste riunioni un ufficiale militare ha sottolineato che la Cina promuove migrazioni massicce verso regioni di frontiera che considera strategiche, osservando che «sul confine con la Siberia oggi ci sono più cinesi che cosacchi, e la Russia sta cominciando a capire che esiste un problema di sicurezza molto serio» per concludere che «dobbiamo agire per evitare che lo stesso problema arrivi qui».

Secondo i responsabili del governo, le comunità indigene e i “quilombolos” dei discendenti degli schiavi africani rappresenterebbero, di fatto, un ostacolo per la presenza dello Stato in Amazzonia e lo sviluppo della regione.

Bolsonaro andrà a New York

Intanto Bolsonaro ha confermato la sua partecipazione all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la prossima settimana a New York, dove ha anticipato che sarà «attaccato» dai Paesi europei per la sua politica ambientale dopo gli incendi in Amazzonia. «È chiaro che sarò interrogato al riguardo, perché alcuni Paesi mi attaccano in modo molto virulento dicendo che sono responsabile dei roghi in Brasile», ha detto.

«Perché i Paesi europei mi attaccano brutalmente? Perché vogliono che crei più riserve indigene: se ne creassi una ventina il problema degli incendi finirebbe», ha aggiunto il capo di Stato che lunedì prossimo, come vuole la tradizione del Palazzo di Vetro, dovrà pronunciare il discorso d’apertura nella nuova sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

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