Non solo Tonali, Mancini può sorridere: c’è ricambio di qualità. Ma in attacco…

Da Meret a Castrovilli, ci sono solo buone notizie. Davanti manca qualcosa

La sensazione forte è che ora alle aspettative da troppi anni disattese si accompagnino le prime, importanti riprove. L’Italia, rinvigorita nel gioco da Mancini, ha materiale umano giovane e neanche tanto troppo grezzo per dare subito risultati luccicanti. Tralasciando i già consacrati Donnarumma, Barella, Sensi, Zaniolo e Lorenzo Pellegrini, si sta facendo largo al ritmo di prestazioni e pagelle convergenti sulla promozione piena, la nuova generazione azzurra.


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Meret insidia Donnarumma

In porta è realtà la crescita, su tutti i fronti, di Alex Meret. Personalità, prodigi. Paura zero. A 22 anni ne ha almeno 10-11 davanti per diventare il titolarissimo, anche della Nazionale. E il Napoli gongola perché pochi metri avanti si gode il talento di Giovanni Di Lorenzo, 26 anni. Esploso tardi, con l’Empoli, sta diventando un fattore per Ancelotti. Ovunque giochi. Terzino destro (cross, corsa, gol), centrale all’occorrenza come ieri. E, se Carletto dovesse averne bisogno (e la Juve se n’è accorta), anche attaccante: da adolescente non lo chiamavano a caso Batigol. Anche se i gol, ora, li evita. E lo stesso Balotelli ieri ha trovato la strada sbarrata (non era Di Lorenzo in marcatura su Supermario in occasione della rete).


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Tonali(tà) forti

Sempre a Napoli ha illuminato ieri la scena Sandro Tonali. Pettinato come Pirlo, elegante (quasi) come lui. Il paragone è pesantissimo e non bastano, per ora, le prestazioni da veterano a soli 19 anni per calamitare l’eredità del predecessore (pure lui consacratosi al Brescia). Muoversi con cautela nei giudizi, ma i primi non possono che far spalancare gli occhi. Classe 2000, Tonali gioca con l’esperienza di un big. Ovunque. Ambidestro, assist-man. Todocampista. Centrale nel 4-3-1-2 o nel 3-4-1-2. Può giocare avanti o indietro nel rombo. E lo fa sempre alla grande. Il tempo dirà, per ora parlano le pagelle. Esaltanti. Come quelle di Gaetano Castrovilli, 22enne centrocampista della Fiorentina, ieri al primo gol in Serie A. Giocatore totale, inserimenti, copertura. Doppia fase assicurata, timori manco a parlarne. Se Chiesa e Ribery brillano di luce propria, lui è il gruppo di continuità che ne garantisce l’autonomia. Lo paragonano ad Antognoni, anche qui un macigno addosso. Ma lui lo affronta con leggerezza e ha miti, anche più moderni, ad esaltarne lo spirito offensivo (Kakà e Ronaldinho).

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Torniamo in difesa dove l’esordio dal primo minuto di Bastoni in Sampdoria-Inter è un’altra conferma di come il ragazzo, 20 anni, abbia la famosa stoffa. Se poi a tesserla c’è Antonio Conte il processo di perfezionamento corre veloce. Bastoni, che a inizio stagione ha declinato l’offerta del Cagliari, è più di un vice-Skriniar. E sa impostare oltre che difendere. Come piace a Conte. E allo stesso Mancini. Dove ci manca qualcosa? Chiesa (classe ’97) a parte, in attacco. Moise Kean è ancora a secco in Premier League con l’Everton. E grosso ricambio per ora non se ne vede. 

Foto di copertina Tonali – Ansa

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