Voto ai sedicenni, tutti d’accordo da Di Maio a Zingaretti. Conte: «Va bene, ma decida il parlamento»

Sì anche da Di Maio e Zingaretti, dopo l’apertura di Enrico Letta in mattinata. A giugno scorso Beppe Grillo, sul suo blog, aveva avanzato la proposta di estendere il diritto di voto anche ai 14enni

Tutti d’accordo nell’abbassare l’età del voto alle elezioni politiche e aprire quindi anche fin dalle ragazze e dai ragazzi di 16 anni. Il voto ai sedicenni «è una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza», dice Luigi Di Maio, che risponde positivamente alla proposta rilanciata in mattinata dalle colonne de la Repubblica dall’ex premier Enrico Letta.


Lo segue anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: «Per me va benissimo. Ci sta. In altri ordinamenti già lo fanno», dice Conte intervenendo in diretta a Skuola.net., augurandosi che la riforma possa essere di iniziativa parlamentare.


Una presa di posizione seguita anche a stretto giro dal segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti. «Sono da sempre favorevole al voto ai sedicenni», dice il leader dem su Twitter. «La passione civile di tante ragazze e tanti ragazzi che incontro tutti i giorni rafforzano questa idea. Ora è tempo!».

«I giovani in Italia vengono definiti, a seconda del momento, choosy, viziati, “gretini”: per noi questi giovani vanno soprattutto rispettati, ascoltati e messi al centro della nostra politica. Sono una risorsa preziosa e sono il futuro di un’Italia che si informa, che partecipa e che deve essere valorizzata sempre di più. Se a 16 anni un giovane può lavorare e pagare le tasse, dovrebbe almeno avere il diritto anche di votare e scegliere chi decide della sua vita», scrive Di Maio su Facebook.

Il voto ai sedicenni è una proposta che portiamo avanti da sempre e che sosteniamo con forza. I giovani in Italia…

Posted by Luigi Di Maio on Monday, September 30, 2019

«In alcuni Paesi il voto ai sedicenni è già previsto», dice il leader dei 5 Stelle. «Discutiamone subito in Parlamento, perché queste sono le riforme costituzionali che cambiano le prospettive di un Paese e che ci spronano a fare sempre meglio. Noi ci siamo e pensiamo che chi teme il voto dei più giovani, forse sa di averli traditi in passato, con scelte politiche che hanno creato povertà, mancanza di opportunità, danni all’ambiente che oggi proprio i più giovani stanno difendendo. Adesso è ora di dare questo diritto a chi ha più futuro davanti».

La posizione di Enrico Letta

Letta aveva lanciato un appello al governo per «una riforma costituzionale da fare in un anno: il voto ai sedicenni». È urgente, spiega Letta, «e con questa maggioranza si può fare». Per l’ex premier si tratta di «un modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazza, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: “vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi”». Questa è una vecchia proposta di Beppe Grillo, lo sapeva? «No, l’avevo già avanzata due anni fa», assicura Letta.

La proposta nel tempo

L’agenzia Agi ricostruisce la cronostoria di tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno proposto di abbassare l’età del voto a 16 anni. Il 4 aprile 2004, nel corso di un congresso delle Acli, l’idea dell’economista Campiglio – di estendere il diritto di voto agli under 18 – viene accolta e inserita nelle sette proposte per l’agenda politica del Paese. «È una scommessa decisiva per il nostro futuro», così viene descritta dall’allora presidente Acli Luigi Bobba.

Beppe Grillo e Luigi Di Maio a sinistra durante la manifestazione del movimento 5 stelle al Circo Massimo, Roma, 21 ottobre 2018. ANSA/Massimo Percossi

Nel 2007, Walter Veltroni, allora a capo del Partito Democratico, propone di estendere il voto ai cittadini sedicenni, così come agli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni, alle elezioni amministrative. Un’idea che era stata fatta propria da un gruppo di parlamentari del Pd, che, nella successiva legislatura, aveva presentato al Senato una proposta di legge del medesimo tenore, non incontrando però il favore dei loro colleghi.

Fu lo stesso Partito Democratico, l’anno successivo, a prevedere il voto ai sedicenni per scegliere il proprio segretario, scelta che tuttavia non fu ripetuta alle primarie del 2012 per tornare poi a quelle interne al Partito del 2013, quelle tra Renzi, Cuperlo e Civati e in numerose primarie locali per la scelta dei candidati alle amministrative.

In Parlamento, scrive ancora Agi, dal 7 maggio 2013 è presente un disegno di legge a firma di Antonio Decaro del Pd che prevede l’estensione del diritto di elettorato ai sedicenni per le elezioni dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali.

Nel 2011, l’economista Tito Boeri rilancia la stessa idea nel suo libro Riforme a costo zero: «Bisogna allargare ulteriormente il fronte di chi sostiene le riforme», scrive Boeri.  «I giovani non possono rimanere soli. Bisogna far pesare di più la loro voce, per esempio imitando l’Austria, che ha esteso il diritto di voto a sedicenni e diciassettenni. Vorrebbe dire aumentare l’elettorato di poco più di un milione di italiani – con un peso elettorale corrispondente a quello di chi ha superato gli 85 anni – e contribuirebbe a ridurre l’età dell’elettore mediano da 47 a 46 anni».

Nel 2015 anche la Lega avanza una proposta di modifica degli articoli 48 e 58 della Costituzione per abbassare a 16 anni l’età per votare a Camera e Senato. Il testo, depositato l’11 novembre 2015 è stato assegnato il 3 dicembre alla commissione Affari Costituzionali della Camera. 

Il testo della Lega sottolinea che «la partecipazione al voto è il principio su cui si fonda il concetto stesso di democrazia. Per questa ragione la crescita progressiva del numero di cittadini che rinunciano a esercitare il diritto di voto è un segnale preoccupante che non può essere sottovalutato». 

Nel gennaio 2016 Beppe Grillo scrive sul suo profilo Facebook: «Dobbiamo consentire ai giovani di diventare il motore dell’innovazione dell’Italia e il primo passo è garantire loro pieni diritti politici a partire dai 16 anni. Il MoVimento 5 Stelle si batterà per questo».

L’anno dopo i 5Stelle rilanciano l’idea: diritto di voto esteso ai 16enni e uniformato alle due camere, per «rafforzare la democrazia diretta». Nel giugno scorso Beppe Grillo sul suo blog avanza la proposta di estendere il diritto di voto non solo ai 16enni ma anche ai 14enni. «Noi proponiamo il diritto di voto ai 16enni, ma se fosse per noi faremmo votare anche i 14enni». 

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