Via libera al taglio del numero dei parlamentari con 553 sì. I 5 Stelle festeggiano fuori dalla Camera

Il presidente del Consiglio Conte: «Per l’Italia è una giornata storica». Solo 14 voti contrari e due astenuti. Giachetti (Italia Viva) ha annunciato di voler raccogliere firme per il referendum

Con un’ampia maggioranza passa il disegno di legge costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari, che diventa dunque legge con 553 voti a favore, 14 contrari e due astenuti. Per il presidente del Consiglio Conte quella di oggi è «una giornata storica per l’Italia». Luigi Di Maio ha parlato di «grandissima vittoria per i cittadini» e ha festeggiato con i parlamentari M5s fuori da Montecitorio, dopo una seduta che si è svolta senza sorprese in aula. Né pathos, né grande entusiasmo all’interno di Montecitorio da parte della maggioranza dei deputati.


Il via libera a questo provvedimento era stata la condizione necessaria per consentire la nascita del governo Conte 2 come ha confermato durante il suo intervento il capogruppo Pd Graziano Delrio. In cambio i Dem hanno ottenuto una serie di impegni contenuti nel documento approvato ieri da tutti gli azionisti di maggioranza Pd, M5s, Iv, LeU): sull’elettorato attivo e passivo di Camera e Senato, sulla modifica della base territoriale di riforma del Senato, sulla riforma della legge elettorale (da avviare entro dicembre).


Ok definitivo dell’Aula della Camera al taglio dei parlamentari, Roma, 08 ottobre 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Al momento del voto finale è arrivato in aula il presidente del Consiglio Giuseppe Conte: abbracci e strette di mano tra gli esponenti seduti tra i banchi del governo. Presenti tutti i ministri, eccetto quello dell’Economia Roberto Gualtieri che si è allontano poco prima della fine con una cartellina rossa in mano.

Per il via libera definitivo servivano 316 voti favorevoli su 630 (il giorno della fiducia del governo Conte 2 la maggioranza giallorossa era composta da 343 parlamentari). Il centrodestra ha votato a favore del provvedimento: per l’occasione i leghisti sono tornati in aula dopo la protesta delle ultime settimane per la possibile erogazione del reddito di cittadinanza a un ex brigatista. Roberto Giachetti (Italia Viva) pur votando sì, ha annunciato di volere raccogliere firme per sottoporre a referendum la legge approvata oggi dal parlamento. Nessun esponente dei 5 Stelle ha votato contro il ddl.

Maggioranza giallorossa compatta

La fronda di deputati 5 Stelle non si è vista, nel giorno in cui si votava uno dei provvedimenti simbolo dei 5 Stelle. Sono stati 10 i deputati M5s non presenti al momento del voto, di cui però solo 5 ‘non giustificati’ perché non risultavano essere in missione. Si tratta di: Sebastiano Cubeddu, Massimiliano De Toma, Paolo Giuliodori, Stefania Mammì, Roberto Rossini. Secondo i tabulati della votazione, il deputato Andrea Colletti (M5s) intervenuto in aula per spiegare che non avrebbe votato a favore della riforma costituzionale, risultava però essere in missione e dunque assente giustificato. 205 deputati M5s su 215 hanno dunque votato sì.

Nel Pd sono tre i deputati che non hanno partecipato al voto: Paolo Gentiloni (neo-commissario agli Affari Economici), Francesca La Marca (attualmente in Canada) e Micaela Campana. Sono due gli esponenti di Italia Viva assenti non giustificati: Nicola Caré e Massimo Ungaro. Tra i deputati di LeU solo Rossella Murione risulta non partecipante al voto e non in missione. In totale, i deputati della maggioranza che non hanno partecipato al voto pur non essendo in missione, sono 11.

Cosa è successo in aula

17:50 – 8 ottobre -

Vittorio Sgarbi ha proposto il voto segreto, ma Roberto Fico gli ricorda che per la materia costituzionale non è previsto.

17:20 – 8 ottobre -

Quando il deputato Giorgio Trizzino dice che «nel Movimento 5 Stelle ci sono molti professionisti», i leghisti rumoreggiano. Sorrisi tra gli esponenti di Italia Viva.

17:10 – 8 ottobre -

Il deputato 5 Stelle Andrea Colletti annuncia di volere votare in maniera diversa da quanto indicato dal Movimento 5 Stelle. «Mi aspettavo un dibattito molto più tecnico. Pensate alle problematiche che questa riforma porta con sé».

16:50 – 8 ottobre -

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è arrivato in aula.

16:50 – 8 ottobre -

Cala in silenzio in aula durante l’intervento di Roberto Giachetti (Italia Viva). Anche se il partito di Matteo Renzi ha espresso l’intenzione di votare a favore del ddl sul taglio dei parlamentari, Giachetti fa un intervento molto duro: «Sarebbe necessario il superamento del bicameralismo perfetto e il rafforzamento degli enti locali», ricordando il referendum proposto da Renzi e bocciato dagli italiani.

16:45 – 8 ottobre -

Ultimi interventi di alcuni deputati a titolo personale. Intanto la deputata Renata Polverini (che nei giorni scorsi si era espressa criticamente verso il suo partito sul tema dello ius culturae) parla fittamente con il ministro D’Incà (M5s).

16:20 – 8 ottobre -

Per il Movimento 5 Stelle parla la deputata Anna Macina: «Questa riforma non nasce sotto l’ombrellone, non è un ricatto ma una battaglia del Movimento 5 Stelle». Intanto Luigi Di Maio dà appuntamento alla stampa fuori da Montecitorio dopo il voto finale.

16:04 – 8 ottobre -

Igor Iezzi (Lega) ricorda che la riduzione del numero di parlamentari era uno dei punti del contratto di governo Lega-M5s e agli ex alleati 5 Stelle dice: «Non volevamo legare questa riforma a riforme istituzionali più ampie. Siamo ormai abituati alle vostre giravolte».

15:54 – 8 ottobre -

Entrano altri ministri: Luigi Di Maio, capo politico M5s e Dario Franceschini, capo delegazione Pd nel governo sono arrivati in aula. Di Maio parla con Paola De Micheli (Pd). Franceschini guarda il cellulare e parla con Lorenzo Guerini (che si copre la bocca con la mano per impedire alle telecamere di cogliere quello che sta dicendo).

15:52 – 8 ottobre -

Al termine dell’intervento di Graziano Delrio, i deputati Pd applaudono. I 5 Stelle invece no.

15:44 – 8 ottobre -

Appena Graziano Delrio (Pd) dice: «I democratici voteranno convintamente questa riforma» dai banchi della Lega parte un coro di «ehhhhhh».

15:30 – 8 ottobre -

Il primo intervento della maggioranza è di Federico Fornaro (LeU), che ricorda i tre impegni che il M5s ha preso ieri: intervenire sull’elettorato passivo e attivo di Camera e Senato, modificare la base regionale del Senato e scrivere una nuova legge elettorale. «Mi auguro che quest’ultimo sarà un dibattito alto, un confronto tra due idee di democrazia: tra sistema maggioritario e proporzionale».

15:12 – 8 ottobre -

Il deputato Vittorio Sgarbi (Gruppo Misto) legge una parte dell’intervento fatto mesi fa dal senatore del Pd Dario Parrini, che in passato si era espresso contro il taglio del numero dei parlamentari. Poi invita Forza Italia a non votare mai con i 5 Stelle: «Noi oggi celebriamo un funerale, un suicidio non assistito».

15:06 – 8 ottobre -

Pochi esponenti dell’esecutivo seduti tra i banchi del governo. Tra loro, Riccardo Fraccaro (attuale ministro per i Rapporti con il parlamento) e autore della riforma che oggi potrebbe diventare legge.

14:56 – 8 ottobre -

La vice-presidente della Camera annuncia che un deputato è diventato papà. Qualche applauso.

14:43 – 8 ottobre -

Mentre è in corso il dibattito in aula, molti esponenti dell’opposizione sono in piedi e parlano tra loro.

14:28 – 8 ottobre -

Inizia la seduta a Montecitorio sul taglio del numero dei parlamentari. Il primo a intervenire è Davide Galantino, deputato del Gruppo Misto che annuncia il voto favorevole pur criticando l’operato del governo. L’on. Bruno Tabacci (Gruppo Misto) invece si asterrà.