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Guerra in Siria, i curdi: «La Turchia sta violando il cessate il fuoco». Intanto si contano nuovi morti e feriti

18 Ottobre 2019 - 16:00 Redazione
Mentre il presidente turco Erdogan annuncia la ritirata dei curdi, diverse fonti confermano che gli scontri continuano nonostante il cessate il fuoco

Appena il tempo di essere siglato che l’accordo per il cessate il fuoco è stato già in parte violato, stando almeno a quanto denunciano i curdi. Sarebbero infatti stati registrati scontri sporadici e bombardamenti di artiglieria da parte della Turchia e dei suoi alleati lungo il confine nord-est della Siria, nell’area di Ras al-Ain. Nel frattempo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citando il suo ministero della Difesa, ha annunciato che i miliziani curdi avrebbero già iniziato la ritirata dalla zona di sicurezza.

Gli scontri

I raid e i bombardamenti turchi di oggi avrebbero ucciso 5 combattenti curdo-siriani, mentre altri 2 sarebbero rimasti feriti, secondo l’agenzia curda Firat. La stessa fonte sostiene che i bombardamenti hanno ferito 8 civili in un altro villaggio della zona.

A confermare il persistere degli scontri è anche l’Osservatorio siriano per i Diritti umani, secondo cui 20 cittadini sarebbero stati feriti però dai colpi di pistola sparati durante i festeggiamenti per il cessate il fuoco nella città di Al-Hasaka, Al-Qamishli.

Mustafa Bali, responsabile dell’ufficio stampa delle forze siriane democratiche, rende noto che «nonostante il cessate il fuoco, attacchi aerei e di artiglieria continuano a prendere di mira le postazioni di combattenti, gli insediamenti civili e l’ospedale di Serêkaniyê/Ras al-Ayn. La Turchia sta violando il cessate il fuoco continuando ad attaccare la città da ieri sera».

Il cessate il fuoco

Soltanto ieri sera, 17 ottobre, Trump aveva festeggiato con un tweet l’accordo raggiunto tra il suo vice Mike Pence e Recep Tayyip Erdogan: 120 ore di stop ai combattimenti (circa cinque giorni) in cui gli Usa dovrebbero favorire l’evacuazione dei combattenti curdi dalla “zona di sicurezza” voluta dalla Turchia per ricollocare il milione e passa di profughi siriani nel paese.

Il presidente turco Erdogan ha avvertito che se gli Stati Uniti non dovessero mantenere la promessa di evacuare le milizie curde dal nord della Siria, dopo 120 ore di tregua la Turchia riprenderà la sua azione militare nella zona.

Intanto, Amnesty International ha denunciato quelli che sarebbero «crimini di guerra» commessi dall’esercito turco e le milizie siriane sue alleate durante l’operazione militare, iniziata il 9 ottobre, contro i curdi nel nord-est della Siria. Ankara ritiene che le Unità di Protezione Popolare (YPG) curde siano alleati dei separatisti curdi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, considerata un’organizzazione terroristica dalla Turchia.

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