Statale di Milano, festa di Halloween non autorizzata. Il rettore: «Azioni illegali». Il collettivo: «Non siamo dei delinquenti» – Il video

«Serve un’assunzione di responsabilità collettiva, queste cose non vanno tollerate», ha sottolineato nella sua lettera il rettore Franzini

«Le immagini che vedete si commentano da sole e sono il risultato dell’ennesima occupazione illegale degli spazi della nostra università, avvenuta giovedì sera in occasione di Halloween». Commenta così Elio Franzini, il rettore della Statale di Milano, in una lettera aperta gli studenti.


Il 31 ottobre l’università aveva disposto la chiusura anticipata, alle ore 16, degli spazi universitari ma, fa sapere la stessa università, «nelle ore successive sono stati introdotti illegalmente in Ateneo materiali anche infiammabili, oltre a cibi e bevande alcoliche di vario genere». «Serve un’assunzione di responsabilità collettiva, queste cose non vanno tollerate», ha sottolineato il rettore.


Le immagini dell’ala dell’università dove si è tenuta la festa di Halloween

«Queste feste, del tutto abusive, organizzate da gruppi in larga parte esterni all’Ateneo, che chiedono persino una tariffa per l’ingresso – continua – sono state tollerate per molti anni, quasi fossero l’inevitabile prezzo da pagare per risparmiare la nostra comunità da sfregi peggiori».

Al centro della polemica sono finiti i collettivi autonomi Dillinger Unimi e Laboratorio Universitario MEtropolitano (LUME, le maiuscole sono volute ndr). 

«La festa è un evento che gli studenti della Statale sentono come proprio, l’unico evento di socialità vera ed era importante mantenere questo spazio nonostante il tentativo di chiusura da parte del rettore», commenta così a Open il Laboratorio Universitario MEtropolitano in merito alla forte denuncia lanciata dal rettore.

«Volevamo ribadire che l’università è degli studenti, un luogo dove sempre più spesso entrano privati che fanno eventi quando vogliono, occupando anche per settimane quello che è lo spazio universitario», charisce LUME.  

Le foto diffuse dal rettorato mostrano spazzatura ammucchiata e abbandonata nell’ala dell’università dove si è tenuta la festa. «Abbiamo circoscritto lo sporco, mettendo tutto in un luogo quello che era possibile, come è stato fatto nelle altre occasioni senza che questo generasse critiche», dice il collettivo provando a difendersi dalle accuse.  Sulla pulizia dicono di «non aver avuto la strumentalizzazione necessaria, strumentazione che possiedono solo chi fa un certo tipo di pulizie».

Sul sito dell’Ateneo il rettorato parla di un ripristino dello spazio che però «ha costi materiali e morali che, purtroppo, sono a carico di tutta la comunità».

«A livello di bilancio – si difende LUME – una università che ha 60mila iscritti non viene intaccata minimamente dalla pulizia straordinaria di un’ala ristretta dell’università».

E alla lettera rettore la risposta è chiara: «Non siamo dei criminali come lascia intendere. È inaccettabile, siamo dei collettivi studenteschi che fanno politica e che onorano l’università. Che il rettore abbia questo atteggiamento è qualcosa di scandaloso».

Una difesa a cui ha fatto eco la contro-replica di Elio Franzini, intervistato da Open. «Consiglierei loro di guardare come hanno lasciato l’aula magna, nessuno ha detto che sono dei delinquenti o dei criminali. Sicuramente hanno commesso delle azioni illegali e hanno ridotto questa università a una cloaca. Credo che bastino le immagini e non siano necessarie tante parole che di fronte alla forza di certe fotografia sono assolutamente inutili e direi soprattutto fuori luogo».

Risponde senza giri di parole il rettore Franzini alla difesa del collettivo su quanto accaduto la sera del 31 ottobre, accusandoli di voler «autofinanziarsi a spese di persone per lo più minorenni vendendo loro alcolici e utilizzando l’università come se fosse casa loro e facendo pagare anche un ingresso di tre euro». Ma il collettivo ribadisce di «non ricavarne alcun profitto».

«Credo che non vi sia molto da dire nei confronti di questa gente – conclude il rettore – specialmente all’interno di un’università dove tutti coloro che chiedono spazi vengono accontentati. Se questo però da origine non a discutibili feste ma a dibattiti di carattere culturale, civile, ne abbiamo fatti tanti ma a quelli non si dice mai di no. Si dice di no alla violenza stupida, inutile e gratuita».

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