Esplosione di Alessandria, le due ipotesi dietro la trappola che ha ucciso i tre vigili del fuoco

Le indagini proseguono comunque a 360 gradi, assicurano gli inquirenti

Sono almeno due le ipotesi valutate dagli inquirenti che indagano sull’esplosione della cascina vicino Alessandria, in cui sono morti tre vigili del fuoco questa mattina, 5 novembre.


Secondo quanto riporta l’Ansa, dietro quella si è rivelata una trappola mortale per i tre pompieri ci potrebbero essere i dissidi tra il proprietario dell’abitazione, già ascoltato più volte dagli inquirenti, e suo figlio. Non è esclusa però anche la pista legata a un possibile risarcimento assicurativo. Sono tutte ipotesi di lavoro, come viene comunque sottolineato, che non escludono altre potenziali strade che l’indagine potrebbe percorrere.


L’esplosione è stata voluta

«Tutto ci fa pensare che l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata». A dirlo è il procuratore di Alessandria dopo il sopralluogo nella cascina abbandonata di Quargnento

Dagli elementi acquisiti gli inquirenti puntano decisamente sul fatto doloso. Lo fa ritenere con ragionevole certezza il ritrovamento di inneschi rudimentali, fili elettrici e una scatoletta che potrebbe essere un timer, collegati ad alcune bombole rimaste inesplose.

Il timer sul luogo: «è un atto doloso»

«Una tragedia immane, stiamo lavorando per capire chi e che cosa
l’abbia causata – il procuratore di Alessandria Enrico Cieri -. Il ritrovamento del timer e della bombola collegata fanno pensare che si sia trattato di una cosa voluta e deliberatemente determinata. Ci sono state più esplosioni intervallate».

E ancora: «Stiamo scavando perché il primo obiettivo è mettere in sicurezza la zona e stiamo esaminando i reperti. Gli accertamenti che stiamo svolgendo ci consentiranno di valutare tempo e dinamiche delle esplosioni».

La testimonianza

Drammatica, ma evidente la testimonianza lasciata da una comunicazione audio di un coordinatore dei vigili del fuoco: «Sembra che i colleghi sono arrivati che già c’era stata un’esplosione e mentre stavano dentro, dove c’erano queste bombole, c’è stata un’altra esplosione – dice ancora il vigile del fuoco – Sembra che sopra ci fossero degli inneschi proprio per far esplodere la palazzina. Questo è quello che ci ha detto il capo del Corpo». 

Un fermo immagine tratto da un video dei Vigili del fuoco mostra la palazzina dopo l’esplosione a Quargneto, nell’Alessandrino, 5 novembre 2019. ANSA

Per ora il questore di Alessandri Michele Morelli esclude solo la pista eversivo-terroristica. Ma è comunque certo che qualcuno abbia voluto attirare i vigili del fuoco in una trappola mortale. Ma chi e perché? 

In queste prime ore convulse si cercano motivazioni legate a odi o interessi locali. Resta però la ferocia dell’atto. Il numero di bombole collegate, se si includono anche quelle inesplose, doveva servire evidentemente a provocare una deflagrazione di ampia portata.

Quel che è purtroppo certo è solo che sono morti tre vigili del fuoco attirati nella cascina: Antonino Candido, Marco Triches, e Matteo Gastaldo. Il cascinale dove è avvenuta la tragedia si trovava in aperta campagna sulla strada dall’abitato di Quargnento verso la contrada di Strada Ronco. 

Video: Vigili del Fuoco

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