Mandato di cattura internazionale per il vescovo Zanchetta, accusato di abusi sessuali

Il prelato, vicino a papa Francesco, dovrebbe trovarsi in Vaticano

L’ordine arriva dall’Argentina, dalla magistratura di Salta, per mano della pm María Soledad Filtrín. Il vescovo Gustavo Zanchetta è accusato di aver abusato sessualmente di due seminaristi e deve essere riportato in patria.


Zanchetta, che papa Francesco ha nominato Assessore dell’Apsa (l’ente che si occupa del patrimonio ecomonico della Santa Sede), è stato richiamato in Vaticano nel 2017. Dall’Italia il vescovo non ha risposto alle ripetute telefonate e email che gli notificavano degli atti processuali in corso nel suo Paese d’origine.


I problemi di condotta del vescovo iniziano nel 2015, quando un allarme «informale» porta all’attenzione della Santa Sede dei selfie nei quali Zanchetta appare «in pose oscene e inappropriate».

Bergoglio ha parlato poco della vicenda ma a un’emittente televisiva messicana ha spiegato: «si è difeso dicendo che lo avevano hackerato, e si è difeso bene. Allora di fronte all’evidenza e a una buona difesa resta il dubbio, ma in dubio pro reo».

La presenza di Zanchetta in Italia sarebbe dovuta a una terapia che sta seguendo a Madrid. Non è previsto nessun accordo di estradizione tra Argentina e Vaticano, per cui l’ultima parola sui problemi e le sorti del vescovo argentino spetterà a papa Francesco.

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