Sardine di Roma, porte spalancate. Ogongo: «Benvenuto chiunque. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di Casapound»

Stephen Ogongo, tra gli amministratori del gruppo “Sardine di Roma”, non mette paletti alla piazza: «Non siamo un partito»

«Per me, almeno per ora, chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo». In un’intervista al Fatto Quotidiano, Stephen Ogongo, giornalista di origini kenyote, dà un segnale di massima apertura per Piazza San Giovanni che non mancherà di creare polemiche all’interno del movimento.


A Roma, il prossimo 14 dicembre, ci si aspetta «la più grande rivoluzione ittica d’Italia» sotto lo slogan di «sardina amplifica sardina». Tutte le sardine della Penisola sono state chiamate a raccolta da Mattia Santori per il Sardina Day: contemporaneamente, da San Francisco a Helsinki, 11 metropoli nel mondo scenderanno in piazza per manifestare un’idea di politica diversa da quella del centrodestra italiano.


«A noi basta aver unito centinaia di migliaia di persone, che si sono ritrovate in modo spontaneo a dire no a un linguaggio politico pieno di odio e discriminazione», ha affermato il 45enne, da tempo impegnato contro la retorica della Lega.

Si sono affacciati molti politici in cerca di un rapporto con le sardine: «A me piacerebbe che le sardine diventassero un movimento per l’inclusione, per una società multiculturale – ha detto Ogongo -. Ma per avere un programma bisogna essere un interlocutore politico e noi al momento non lo siamo. Non so nemmeno se lo diventeremo mai».

Per questo i paletti, «li metteremo se, e quando, ci daremo un’identità politica. Per ora è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound va benissimo. Basta che in piazza scenda come sardina».

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