Le Sardine e la sinistra? Una relazione aperta (anche alla destra moderata)

Le sardine di centrodestra ci sono e chiedono “una politica senza steccati”. Ecco cosa dicono

«Io dai 18 anni in poi ho votato PLI, poi è confluito in Forza Italia e io con loro», racconta a Open Fernanda Ripani Recchi, una sardina marchigiana. «Mi definirei di destra moderna ed equilibrata, se in Italia esistesse», aggiunge l’avvocata, che ha organizzato la manifestazione di Ancona insieme a Giorgio Mattiuzzo, e che si sta occupando dei pullman per la manifestazione del 14 dicembre a Roma.


Agli amici che non capivano «cosa ci facessi io con le sardine», Fernanda ha risposto: «io lotto!». Per lei quella che le sardine è una richiesta di serietà alla classe dirigente, «La nostra è politica non partitica, e allora? Si può fare politica anche senza partiti», spiega, ma anche «senza steccati, paratie, fake news esaltanti».


Sardine aperte (agli antifascisti)

«Non possiamo chiedere a ognuno dei nostri partecipanti la sua fede politica, è una piazza libera e accogliente, non mettiamo paletti, non cacciamo nessuno» scrivono le Sardine di Roma in un comunicato stampa. Finché c’è condivisione di «Democrazia, rispetto, uguaglianza e antifascismo», chiunque può essere una Sardina.

Dopo la burrasca sull’apertura a CasaPound e le micro-tempeste quotidiane sui gruppi social delle sardine, sembra che il movimento abbia trovato una quadra: basta essere più a sinistra di Salvini. «Io credo che sia meraviglioso che un desiderio di comunicazione non violenta e non pervasa da un meccanismo automatico di risposta in stile ultras venga anche da chi non vota a sinistra» scrive una sardina sul gruppo marchigiano del movimento.

Per un commentatore che parla degli ideali di destra che non possono convivere con quelli di sinistra, ce ne sono 10 che scrivono «penso che le sardine non debbano schierarsi politicamente se non negli schemi generali dell’antifascismo e antirazzismo. Io sono di sinistra. Tuttavia ritengo che attualmente il dramma della politica italiana sia la mancanza di una destra moderata».

Il centrodestra dissidente nel banco

Dal canto suo, il centrodestra non ha snobbato le aperture delle Sardine, nonostante i leader del movimento non facciano segreto delle loro affiliazioni più riformiste che conservatrici. Un sondaggio Demos mostra che il 24% degli elettori di Forza Italia sarebbero disposti a votare le Sardine nel caso in cui queste formassero un partito.

«Il movimento delle “Sardine” dimostra che c’è un’Italia trasversale e civica che si oppone alla grossolaneria, deriva estremistica e poca serietà di Salvini», scrive Flavio Tosi, l’ex sindaco leghista di Verona, famoso oppositore dell’ex vicepremier, «Ma se si lasciano marchiare politicamente come “sinistra” avranno vita breve».

«L’appartenenza politica non esiste più», ha spiegato Filippo Rossi, ex ideologo dell’alleanza nazionale di Gianfranco Fini, al Corriere della Sera. «Esiste anche una destra liberale, moderata, che rifiuta l’estremismo. Questa destra non ha voce, non è rappresentata politicamente ma nella società civile c’è», ha affermato Rossi, sancendo il suo endorsement alle sardine.

Se figure istituzionali dell’area centrista di Forza Italia non hanno preso posizione, l’ha fatto al loro posto Francesca Pascale, la compagna del leader del partito Silvio Berlusconi, «Guardo con interesse alle Sardine, vi ritrovo elementi e quella libertà che furono propri della rivoluzione liberale di Berlusconi. Mi auguro non facciano come i grillini» ha affermato in un’intervista all’Huffington Post. Le Sardine hanno accolto con piacere la first lady di Forza Italia tra la loro fila.

«Me li vedo la Pascale, Saviano e Carola nella stessa piazza, un futuro brillante per il nostro Paese, un bell’assortimento. Ma in democrazia tutto è possibile» aveva commentato ironico Matteo Salvini conversando con Lucia Annunziata a Mezz’ora in più su Rai3. Ma la maggior parte delle Sardine non condivide il suo sarcasmo, quei tre insieme – sembrano pensare – possono essere un’ottima squadra.

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