Napoli, Salvini contro le Sardine Nere dei migranti: «Se ne sentiva la mancanza» – Il video

Oltre 200 persone sono scese in piazza per «dare voce a tutte quelle sardine che non sono potute scendere nelle piazze italiane di queste ultime settimane»

«Basta parole, vogliamo i documenti». È questo il coro che si è alzato oggi durante il corteo delle Sardine Nere, che hanno sfilato per le vie di Napoli per richiedere di «avviare la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, e lo sblocco delle loro pratiche per ottenere il permesso di soggiorno». Oltre 200 persone vicine al Movimento Migranti e Rifugiati di Napoli hanno sfilato in corteo mostrando manifesti contro le politiche dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini e contro quelle dell’attuale titolare del Viminale, Luciana Lamorgese.


Il leader della Lega, chiamato in causa nella manifestazione per i suoi decreti sicurezza anti-migranti, ha risposto alle mobilitazioni con un tweet. «Sono arrivate le “sardine nere”: vogliono i documenti e l’abolizione dei Decreti Salvini», ha scritto l’ex capo del Viminale. «Se ne sentiva la mancanza, effettivamente!».


La manifestazione

ANSA , CIRO FUSCO |Sardine nere a Napoli, 7 dicembre 2019

A organizzare la manifestazione non sono state le originarie Sardine di Santori&Co., ma il movimento migranti e rifugiati di Napoli. «Le Sardine Nere – spiegano – sono quelle sardine che hanno attraversato il deserto, sono fuggite ai campi libici e adesso nuotano nel Mare della burocrazia e del razzismo istituzionale». Nel comunicato ufficiale spiegano: «Le Sardine Nere aspettano di avviare da mesi la procedura per il riconoscimento della protezione internazionale, aspettano il loro permesso ancora bloccato negli uffici immigrazione». «Da quando è entrato in vigore il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini – si legge ancora nel comunicato del Movimento Migranti e Rifugiati Napoli, Ex Opg Je So’ Pazzo e Potere al Popolo Napoli – non riescono a convertire la protezione umanitaria in permesso di soggiorno per lavoro. Così facendo – denunciano – sono condannate a nuotare silenziosamente dentro a un mare di odio, invisibilità, razzismo e sfruttamento». E così le Sardine Nere cercano di «riprendere le loro voci», «nuotando contro le onde degli abusi e dell’indifferenza della questura immigrazione. Vite troppo importanti per rimanere bloccate».

Foto copertina: Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo / Facebook

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