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‘Ndrangheta, l’incontro tra i politici valdostani e i mafiosi. In una foto dei carabinieri c’è anche Fosson

14 Dicembre 2019 - 12:54 Redazione
vierin giachino
vierin giachino
A "parlare" sono le fotografie dei carabinieri della Valle d'Aosta grazie a un certosino servizio di osservazione e pedinamento

Sono diverse le fotografie con le quali i carabinieri del reparto operativo della Valle d’Aosta hanno documentato l’incontro tra l’allora presidente della giunta Laurent Viérin e uno degli esponenti di vertice della ‘ndrangheta, Roberto Alex Di Donato, a 16 giorni dalle elezioni regionali del 2018. A incastrarli ci sarebbero delle intercettazioni. Su quelle elezioni e i condizionamenti della ‘ndrangheta è indagato anche il governatore valdostano, Antonio Fosson, che si è dimesso oggi. Fosson compare in una delle foto fatte dai carabinieri.

Per gli inquirenti Di Donato è l’uomo al quale la cellula n’dranghetista della Valle d’Aosta avrebbe affidato la gestione delle operazioni elettorali. 

L’incontro

L’incontro – come scrive Aostasera.it – sarebbe avvenuto a casa di Alessandro Giachino, dipendente del casinò, già arrestato nel mese di gennaio con l’accusa di essere parte del sodalizio criminale. A “parlare” sono le fotografie dei carabinieri, grazie a un servizio di osservazione e pedinamento.

Viérin arriva alle 14.43 e i due uomini lo aspettano già in casa. In un’immagine, poi, si vedono anche l’allora presidente della giunta in compagnia di Giachino parlare accanto alla jeep sulla quale Viérin salirà subito dopo.

Gli effetti di quell’incontro si vedono subito: in un bar «quello a maggior densità di emigrati calabresi», viene organizzato un aperitivo a favore di Viérin «al chiaro scopo elettorale». E a quell’appuntamento ci sarebbe andato anche Roberto Alex Di Donato, presunto boss della ‘ndrangheta.

Dalle conversazioni captate dagli inquirenti si scoprirà che le finalità dell’appuntamento sarebbero state certamente elettorali e che a promuoverlo sarebbero stati proprio Di Donato e Giachino. E c’è di più: una persona che si trovava accanto al dipendente del casinò avrebbe detto che Viérin «non ha pagato nulla».

Le intercettazioni

Di Donato, poi, la sera stessa avrebbe chiamato un altro locale di Aosta e prenotato per l’indomani un tavolo per «dieci a persone a nome» di Viérin. Ma al titolare del ristorante avrebbe detto anche di «riferire al Presidente della Regione di aver già parlato con lui e con Giachino e che verrà sostenuto alle elezioni dalla propria famiglia».

Quella tavolata, però, slitta al 15 maggio: Giachino non partecipa per un impegno lavorativo mentre Di Donato «non ha intenzione di farsi vedere pubblicamente con Viérin». Nessuno dei due si presenta.

Cosa dicono i carabinieri

Per i carabinieri del Reparto operativo «inquietante è lo stato dell’infiltrazione ‘ndranghetista nel tessuto politico, amministrativo e istituzionale» della Valle d’Aosta e  «le immagini spiegano meglio delle parole il livello di penetrazione» raggiunto dal sodalizio criminale locale.

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