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Sardine, l’organizzatore di Roma Ogongo: «Sul palco con le mie figlie. Nate in Italia, ma senza cittadinanza»

14 Dicembre 2019 - 08:33 Redazione
E sulla presunta apertura a CasaPound, ha precisato: «Si è equivocato sulle mie parole. Quando dissi che in piazza è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound, era una sfida a riconoscere i nostri valori. Solo chi vi aderisce è benvenuto»

Stephen Ogongo, 45 anni, giornalista, è uno degli organizzatori delle sardine, uno dei più discussi negli ultimi giorni per la sua apertura a CasaPound. Oggi, in occasione della grande manifestazione che si terrà a Roma, Ogongo – in un’intervista al Corriere della Sera – annuncia che alla «festa nazionale delle sardine, una festa di famiglie, di gente felice che vuole vivere in armonia, stanca dell’odio, della politica urlata, innamorata della Costituzione», ci saranno anche sua moglie e le sue due figlie.

La sua famiglia

«Sono nate in Italia, ormai parlano il dialetto, amano la pasta al pesto, eppure dovranno aspettare i diciotto anni per diventare cittadine italiane. Una legge assurda, perciò mi batto per lo ius soli. Io sono un giornalista keniano, ho 45 anni, da 25 vivo in Italia e sto ancora aspettando la cittadinanza».

Sardine e CasaPound

Sulla sua presunta apertura a CasaPound, ha spiegato: «Si è equivocato sulle mie parole. Quando dissi che in piazza è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound, era una sfida a riconoscere i nostri valori. Solo chi vi aderisce è benvenuto. La piazza delle sardine resta libera e antifascista. Non credo che un fascista vada dove si canta Bella ciao, dove ci saranno Carla Nespolo (presidente dell’Anpi, ndr) e Pietro Bartolo (medico di Lampedusa ed europarlamentare del Pd, ndr)».

Il futuro delle sardine

E infine il mantra che accompagna da settimane il movimento, le Sardine diventeranno un partito? «Siamo nati un mese fa, siamo come un bambino appena nato. Non puoi chiedergli di mettersi subito a camminare, a correre. Un bambino va lasciato crescere in pace. E non puoi mai sapere che strada prenderà».

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