Le sardine alla prova nazionale: la grande manifestazione di sabato e cosa succederà alla plenaria di domenica

Ci sono delle novità sulla manifestazione di domani a Roma e sulla riunione delle 160 sardine organizzatrici prevista per domenica 15 dicembre

C’è brutto tempo a Roma, oggi. Per sabato 14 dicembre, invece, sono previste «sardine a catinelle». Chi l’avrebbe mai pensato che, in un solo mese, un’idea di quattro ragazzi stanchi del linguaggio politico attuale avrebbe raggiunto queste dimensioni: città italiane che da anni non vedevano una partecipazione simile, un sentimento che è esondato ed è arrivato a coinvolgere gli Stati Uniti, le capitali europee, un’idea di civismo senza bandiere che ha toccato ogni strato della società.


Le sardine non si sono fermate a piazza Maggiore, hanno guadagnato lo spazio nel dibattito pubblico presidiando più città che potevano, creando una rete nazionale di ragazzi che hanno voluto riprendere e fare proprio l’esempio di Bologna. Adesso ci siamo: è arrivato il giorno della “rivoluzione ittica”, a Roma e nel mondo. Cosa succederà, domani, nella Capitale italiana?


«Il più grande flash mob ittico della storia»

Sotto un telo con una sardina gigante disegnata sopra, con centinaia di volontari che aiuteranno le forze dell’ordine nella sicurezza della piazza e nella pulizia, prima e dopo l’evento, Santori e altre 100.000 persone si ritroveranno a cantare Bella ciao e a sventolare sardine di cartone: «Sarà bellissimo. E potentissimo. Perché il consenso si costruisce dalle persone, non dai palazzi e sicuramente non sui social network».

Non ci sarà posto sul palco per le circa 160 sardine rappresentanti delle varie regioni che convoglieranno a Roma, anche in vista della riunione generale del giorno seguente. L’evento inizia alle 15:00, ma chi terrà in piedi l’organizzazione del «più grande flash mob ittico della storia» sarà presente già dalle 13:00.

Sul palco, invece, ci saranno sicuramente le sardine romane: toccherà a loro gestire la piazza. Tutti gli altri si ritroveranno la mattina dopo, domenica 15, alle ore 9:00. Quattro ore no-stop, fino all’ora di pranzo. Sarà la prima volta che le 160 sardine organizzatrici si incontreranno faccia a faccia.

Tre momenti con una vocazione territoriale

Hanno resistito, nonostante le calunnie di ogni tipo: c’è chi diceva che fossero manovrate da Romano Prodi, dalle lobby della sinistra e chi accusava le sardine di vuotezza contenutistica.

L’entusiasmo è stato più forte e, adesso, è arrivata l’occasione di convertirlo in proposte per il Paese. Ci sarà dunque un discorso introduttivo al quale seguirà un momento in cui ci si concentrerà sui singoli territori dai quali provengono le sardine. Il contributo di ognuno sarà portare i temi che conosce più da vicino.

Come aveva già detto Santori a Open, «l’obiettivo della riunione con tutte le sardine è fare in modo che gli organizzatori, tornando nei territori, liberino le energie convogliate a Roma e facciano in modo che un’area politica recepisca le istanze delle sardine». Sembrerebbe confermato: non grandi temi sui quali persino i politici di lunga data non riescono a trovare una quadra, ma proposte incentrate sul tessuto sociale di piccola scala.

Il terzo momento dovrebbe prevedere un lavoro di sintesi di quelle proposte locali e si decideranno le mosse da fare per il futuro. È chiaro che le sardine dell’Emilia-Romagna hanno più di tutte un appuntamento urgente: il 26 gennaio ci saranno le elezioni regionali e pare che il primo contributo per un’idea diversa di politica non potrà prescindere da quel voto.

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