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Martina e Erika raccontano l’inferno di essere lesbiche in Italia: «Fate schifo, se vi stuprano diventate etero» – La videointervista

11 Dicembre 2019 - 06:29 Fabio Giuffrida
In chat c'è chi invia persino «foto di membri maschili»: «Vogliono provare a farci cambiare idea, dicendo “guarda cosa ti perdi”. Altri pensano sia una cosa passeggera, ma non hanno capito che essere lesbiche non è un'influenza»

«Siete un abominio», «Fate schifo», «La soluzione per farvi tornare etero è quella di stuprarvi», «Se vi vedo in giro vi massacro», «Si bacino a casa loro». Sono questi alcuni degli insulti e delle minacce ricevuti da Martina e Erika, di 24 e 22 anni, fidanzate da due anni e mezzo, dopo essersi conosciute durante un programma tv (dove facevano le ballerine). Open le ha incontrate a Monza.

Un vomito d’odio iniziato quando, nell’agosto scorso, le due ragazze hanno pubblicato sui social una foto di loro due mentre si baciano al mare. «Mi sono trovata in un mondo che non conoscevo, più di 700 insulti. Sinceramente sottovalutavo il problema dell’omofobia», ci spiega Martina che, insieme alla sua Erika, ha deciso di reagire aprendo l’account Instagram «Le perle degli omofobi» (che conta già 20 mila follower, ndr).

In questa pagina «dimostriamo che l’omofobia esiste, pubblicando tutti gli insulti e le minacce che riceviamo ogni giorno solo perché siamo lesbiche». E c’è un dato che non può essere sottovalutato: «Molti commenti che ci arrivano sono scritti in un italiano pessimo, tipo “Fatte schiffo” o “cuesta”. Omofobia e ignoranza, quindi, vanno spesso a braccetto anche se molti, dopo aver conosciuto noi, il nostro amore, la nostra quotidianità, si sono ricreduti sui gay. Peccato che alcuni dei nostri amici ci abbiano lasciate sole sparendo del tutto…», continua Martina.

Ci confidano che in chat arrivano anche «foto di membri maschili». Il motivo? «Vogliono provare a farci cambiare idea, dicendo “guarda cosa ti perdi”. Altri pensano sia una cosa passeggera, ma non hanno capito che essere lesbiche non è un’influenza».

In Italia, secondo le due giovani, la poca attenzione prestata in passato ai diritti civili e il «clima d’odio degli ultimi mesi» non aiuta. «La gente si sente libera di insultare e minacciare perché si rispecchia in una parte di politica che ancora oggi inneggia all’odio, e non solo verso gli omosessuali». «Non c’è nemmeno una legge contro l’omotransfobia, non ci sentiamo tutelate» hanno concluso.

Foto e video di Open

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