Cos’è “Frank”, l’algoritmo dei rider a cui la Cgil ha fatto causa

«Un software molto intelligente» studiato per incentivare il lavoro anche in condizioni critiche

Era il 10 febbraio scorso quando un gruppo di giovani rider di Bologna, dipendenti dalla multinazionale Deliveroo, si era riunito simbolicamente sotto il McDonald’s di via Indipendenza. Lo scopo dei lavoratori era quello di attivarsi in massa contro Frank.


«A dirci dove, come e quando eseguire una consegna – scrivevano in un post di Facebook i rappresentanti dell’organizzazione Union Riders Bologna – è un software molto intelligente a cui gli sviluppatori hanno perfino dato un nome: Frank».


Manifestazione a Bologna del 10 febbraio

A distanza di 10 mesi, nel Tribunale della stessa città, Filt, Filcams e Nidil Cgil hanno concretizzato giuridicamente parte delle accuse avanzate dalle organizzazioni autonome: il 18 dicembre, i sindacati hanno fatto causa all’azienda per condotta discriminatoria.

Secondo la Cgil, infatti, le condizioni di lavoro che impone l’algoritmo emarginano i lavoratori che, per motivi personali legati a diritti come la malattia e lo sciopero, non si rendono continuativamente disponibili al lavoro. Il giudice ha già fissato la prima udienza per il prossimo 2 gennaio.

L’algoritmo Frank

Come aveva spiegato a Open Lorenzo, uno dei rider presenti allo sciopero di febbraio, Frank è «un algoritmo auto-apprendente, capace di geolocalizzare i rider 24 ore su 24, attivato allo scopo di estrarre dati preziosi dalle pedalate e farci lavorare in maniera più veloce».

Quando l’algoritmo Frank si accorge che non ci sono abbastanza rider in turno, la paga a consegna aumenta automaticamente di 1 o 2 euro a seconda dei casi. In pratica, il fine è quello di convincere i lavoratori a pedalare anche in condizioni proibitive – quali forti nevicate, pioggia, vento o ghiaccio.

Secondo i rider, le condizioni di consegna, già critiche di per sé in Italia (dove scarseggiano piste ciclabili e manutenzione stradale), venivano aggravate da questo tipo di incentivo all’operosità.

Foto d’archivio, lavorazione di Vincenzo Monaco

Un rischio per la salute non indifferente: dall’1 gennaio al 25 ottobre di quest’anno, sono stati 25 gli incidenti che hanno coinvolto rider impegnati nelle consegne a domicilio di cibo. Quattro di loro hanno perso la vita e 21 sono rimasti feriti – 6 dei quali con prognosi riservata.

Le accuse dei sindacati

Nel ricorso, promosso per la prima volta in Europa e che rappresenta la prima applicazione della legge 128/2019 sui rider, si legge: «La ‘cecità’ di Frank, rispetto alle possibili condizioni personali, produce effetti discriminatori in quanto penalizza il diritto di sciopero, la malattia e i lavoratori con esigenze di conciliazione vita/lavoro».

Secondo la Cgil, «l’algoritmo, nell’elaborare i ranking reputazionali dei ciclofattorini, che determinano di fatto le future opportunità di lavoro e le priorità di prenotazione per le consegne, emargina, fino ad estrometterli dal ciclo produttivo, coloro che non riescono a essere disponibili a loggarsi nelle aree di lavoro loro assegnate».

Il rider che non si adegua alla logica dell’algoritmo, dunque, viene gradualmente escluso dalle possibilità di impiego, arrivando in alcuni casi a essere deloggato dal sistema.

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