Fine vita, Marco Cappato: «Grazie a chi mi ha sostenuto, ora andiamo avanti nella battaglia per la libertà»

Ieri, 23 dicembre, Cappato non era presente in Aula durante la lettura della sentenza. Aveva lasciato il tribunale, sconvolto per la notizia della morte della madre

Sono le prime parole di Marco Cappato dopo la decisione dei giudici della Corte d’Assise di Milano di assolverlo dall’accusa di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo, a morire in Svizzera nel febbraio 2017. Durante la lettura della sentenza, l’esponente dei Radicali non era presente in Aula, aveva lasciato il Tribunale, sconvolto dalla notizia della scomparsa della madre. Il suo commento alla decisione dei giudici è arrivato oggi, 24 dicembre, su Facebook. «Grazie a chi mi ha sostenuto in questo percorso che ha portato al riconoscimento del diritto di Fabiano di non soffrire più», scrive. Ringrazia anche chi gli ha mostrato vicinanza per la morte della madre, malata da tempo. «Grazie anche a chi mi è stato vicino per mia mamma». E assicura anche che la sua battaglia per il fine vita non finisce qui: «Ora andiamo avanti per la libertà delle persone che sono nelle condizioni di Davide Trentini (malato affetto da sclerosi multipla morto in Svizzera nel 2017, vicenda per cui sono imputati Cappato e Mina Welby ndr)».


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