Fine vita, Marco Cappato assolto al processo per dj Fabo. La sentenza dopo la Consulta: «Il fatto non sussiste» – Il video

L’esponente radicale torna a processo per il caso di dj Fabo, ma dopo la sentenza della Consulta lo scorso settembre anche l’accusa riconosce la non punibilità dell’aiuto al suicidio

Marco Cappato è stato assolto dalla Corte d’Assiste di Milano dall’accusa di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, conosciuto come dj Fabo, a morire in Svizzera nel febbraio 2017.


Con la sentenza della Corte costituzione dello scorso settembre, «al principio di sacralità della vita – ha detto il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano – sostituisce la tutela della fragilità umana».

La pm ha quindi spiegato che nel caso di dj Fabo ricorrono tutti e quattro i requisiti indicati dalla Consulta che ha tracciato la via sulla non punibilità dell’aiuto al suicidio, reato di cui risponde Marco Cappato. Per questo, ha aggiunto: «Il fatto non sussiste», chiedendo l’assoluzione per l’esponente radicale.

L’udienza è stata sospesa per alcuni minuti, quando in aula è arrivata la notizia della morte della madre di Cappato, uscito visibilmente commosso per alcuni istanti.

La difesa di Cappato guidata da Filomena Gallo ha chiesto l’assoluzione dell’esponente dei Radicali, imputato a Milano per aiuto al suicidio, con la formula «perché il fatto non costituisce reato», ha detto l’avvocato Franco Di Paola, chiedendo alla Corte di fare «un passo avanti» e di avere «coraggio giuridico». L’altro legale della difesa, Massimo Rossi, ha poi letto il testamento di dj Fabo con le sue ultime volontà.

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