In Finlandia si pensa (davvero) alla settimana lavorativa da quattro giorni – Aggiornato

La prima ministra Sanna Marin ha spiegato: «È importante consentire ai cittadini finlandesi di lavorare di meno e avere più tempo a disposizione per la famiglia»

[Aggiornamento 7 gennaio 2020: il Governo finlandese ha smentito la notizia diffusa in Italia e nelle testate internazionali riportando che la proposta non è all’ordine del giorno, non vi sono attività in atto a riguardo e non è presente nel programma politico. Qui l’articolo dove si spiega tutto.]


Quattro giorni a settimana, sei ore al giorno, senza ridurre lo stipendio. Negli ultimi mesi si è parlato parecchio di questo nuovo modello, che ha l’obiettivo di concentrare il lavoro per permettere ai dipendenti di dedicare il loro tempo alla famiglia e alle proprie passioni. Un modello che è stato rilanciato anche da Sanna Marin, capo del governo finlandese.


Lo ho testato Microsoft nella sua sede in Giappone, patria dello stress da super lavoro, è consuetudine in diverse aziende del Regno Unito, dell’Australia, della Germania e degli Stati Uniti e anche in Italia stanno nascendo i primi esperimenti, come Zupit, azienda del Trentino Alto-Adige che si occupa di sviluppo software.

L’obiettivo di Sanna Marin: più tempo per la famiglia e la vita culturale

L’idea di Marin è quella di ridurre drasticamente le ore di lavoro in una settimana. Al momento l’orario di lavoro dei cittadini finlandesi è tarato su 40 ore alla settimana, diviso in cinque giorni e otto ore al giorno.

Marin, insieme alla ministra della Pubblica Istruzione, Li Andersson, sta studiando il modello, per vedere se sia possibile introdurlo in tutta la Finlandia. Un esperimento simile è già in corso nella vicina Svezia, a Göteborg, la seconda città dopo la capitale Stoccolma.

Parlando di questo progetto, la prima ministra ha spiegato: «È importante consentire ai cittadini finlandesi di lavorare di meno e avere più tempo a disposizione per la famiglia, per le persone amate, per gli hobby o per la vita culturale».

Il problema della produttività

I dubbi sulla riduzione dell’orario di lavoro riguardando soprattutto la produttività. È possibile lavorare meno e garantire la stessa qualità, o quantità, di lavoro? I dati degli esperimenti fatti fino a questo punto sono incoraggianti.

Nella trentina Zupit quando l’orario è stato ridotto da 8 a 6 ore, si lavora dalle 8 alle 14, la produttività è scesa del 7%. Una perdita che i fondatori ritengono minima e recuperabile con nuove assunzioni. Nell’esperimento giapponese di Microsoft, dove invece è stata proprio introdotta la settimana da quattro giorni, la produttività è addirittura salita del 40%.

Leggi anche: