Trump: «Se Teheran attaccherà siamo pronti a colpire 52 siti in Iran come i 52 ostaggi americani di 40 anni fa»

«Questi obiettivi, e l’Iran stesso, saranno colpiti molto velocemene e in modo molto duro – conclude Trump – Gli Stati Uniti non vogliono più minacce!»

Continua a crescere la tensione tra Usa e Iran dopo l’uccisione del generale iraniano Qasam Soleimani e la seconda azione mirata – a distanza di 24 ore – finalizzata a decapitare tutti i vertici militari fedeli a Teheran in Iraq. Dopo gli attacchi Usa al cuore dell’Iran, sono esplose le proteste al coro di “A morte l’America” con tanto di rogo di bandiere statunitensi e israeliane. Nello scontro tra i due Paesi i toni sono decisamente incandescenti, come testimoniano gli ultimi tre tweet del presidente Usa Donald Trump: «L’Iran sta dicendo in modo molto audace di prendere di mira alcuni obiettivi statunitensi come vendetta per aver liberato il mondo dal loro leader terrorista che aveva appena ucciso un americano e ferito gravemente molti altri, per non parlare di tutte le persone che aveva ucciso durante la sua vita, inclusi di recente centinaia di manifestanti iraniani», scrive Trump riferendosi a Soleimani che, a suo dire, stava «pianificando nuovi attentati imminenti».


Il generale iraniano «stava per attaccare la nostra ambasciata e si stava preparando per ulteriori colpi in altre località. L’Iran non è stato altro che problemi per molti anni. Che questo serva da AVVISO – afferma il capo della Casa Bianca -: se l’Iran colpisce qualche americano o obiettivi americani noi abbiamo preso di mira 52 siti iraniani (che rappresentano i 52 ostaggi americani presi dall’Iran molti anni fa), alcuni di altissimo livello e importanti per l’Iran e la cultura iraniana. Questi obiettivi, e l’Iran stesso, SARANNO COLPITI MOLTO VELOCEMENTE E IN MODO MOLTO DURO – conclude Trump -. Gli Stati Uniti non vogliono più minacce!». Intanto, il dipartimento per la Sicurezza nazionale americano ha convocato un briefing con i governi locali e i rappresentanti delle imprese per aggiornarli sul pericolo di un’ondata di cyberattacchi da parte dell’Iran. Tra i partecipanti i sindaci di molte città, le banche e i responsabili di molte società che gestiscono infrastrutture critiche come l’energia e le telecomunicazioni.


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