Dati sull’occupazione, il professore Anastasia: «Il trend è positivo, ma non esultiamo» – Il commento

«Oltre al mondo femminile che traina il mondo lavorativo, un altro aspetto da tenere d’occhio è che a imporsi è il lavoro dipendente e non più quello indipendente che subisce ormai da tempo una situazione di stallo»

«Il trend è positivo, non c’è che dire. Però restiamo vigili, perché nulla è definitivo. Si sta parlando dei dati Istat sull’occupazione con cadenza mensile. Volessimo un quadro davvero chiaro, dovremmo sentirci almeno tra sei mesi».


A dirlo è il professore Bruno Anastasia, economista e pubblicista, autore di numerosi saggi in campo economico, esperto di analisi del mercato del lavoro, che – consultato da Open – commenta il report mensile dell’istituto di Statistica sul mondo del lavoro.


Professore, i dati diramati dall’Istat cosa ci dicono?

«Dicono ancora poco, in realtà. Non possiamo trarre alcuna fotografia di fondo perché l’analisi che è stata fatta su lavoro, occupazione e disoccupazione è ancora troppo parziale».

C’è però qualcosa che emerge, seppur in modo non troppo significativo?

«Di certo, oltre al mondo femminile che traina il mondo lavorativo, un altro aspetto da tenere d’occhio è che a imporsi è il lavoro dipendente e non più quello indipendente che subisce ormai da tempo una situazione di stallo, senza grandi oscillazioni, e che in qualche modo non sposta più alcun ago della bilancia».

Altro?

«Sembra anche finita la fase del lavoro a tempo determinato: c’è la tendenza a ricercare e a dare posti di lavoro più “longevi”, che abbiano continuità».

Quindi siamo in una fase positiva?

«Senza dubbio, ma ormai da un po’, e gli addetti ai lavori lo avevano pronosticato. Stesso discorso per il lavoro legato ai giovani».

Cioè?

«È chiaro che i ragazzi si stanno prendendo una fetta importante del mondo lavorativo, ed era ora che succedesse. Però non è una situazione definitiva, quindi aspettiamo».

L’Istat ha scritto che un report così incisivo – nel bene e nel male – «non si aveva dal 1977»: può essere considerato un fatto positivo?

«In materia di occupazione e inattività, è certamente un dato piacevole, ma, torno a dire, per ora non ha grande rilevanza. Per cui attenzione: stiamo migliorando, ma nessuna esultanza».

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