Milano, il salto di 140 metri da una gru del jumper per i migranti: «Lo dedico ai morti nel Mediterraneo»

«Ho realizzato due bandiere unendo le coperte termiche, quelle argentate e dorate che vengono usate durante i soccorsi. Un grido dedicato ai migranti»

Lui si chiama Carlo Crespi, ha 31 anni e ieri ha deciso di arrampicarsi sulla gru di un grattacielo in costruzione, in via Melchiorre Gioia, a Milano, salvo poi fare un salto nel vuoto, da 140 metri, tra i passanti in parte incuriositi, in parte terrorizzati.


«La mia azione è dedicata alle morti del Mediterraneo. Un tema al quale è necessario dare visibilità. “Stay human” (questo il contenuto dello striscione che ha appeso, ndr) significa questo, restiamo umani. È indecente che l’Italia faccia accordi con la Libia, che metta a disposizione le motovedette» ha detto al Corriere.


«Ho realizzato due bandiere unendo le coperte termiche, quelle argentate e dorate che vengono usate durante i soccorsi – ha aggiunto – Un grido dedicato a queste persone».

Un appassionato di arrampicata, da poco paracadutista, che in passato si occupava di ristrutturazioni: «Beh, è più rischioso lavorare sui tetti. Io l’ho fatto. Un giorno ha ceduto una linea vita, s’è sfilato il cavo. Sono volato giù da un tetto. Era il 2016 lì sì che ho rischiato di morire…».

Un’iniziativa che gli è costata due denunce: «Una per violazione della proprietà privata del cantiere, l’altra per procurato allarme». Ma ne è valsa la pena, dice: «Tutto per dare un messaggio necessario di umanità».

Foto dal profilo Facebook di Carlo Crespi

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