Aria pulita e voti alti: se lo smog peggiora il rendimento scolastico

Secondo un ricercatore americano, ci sarebbe una correlazione tra i livelli di inquinamento negli ambienti chiusi e i voti ottenuti dagli studenti

E se bastasse un filtro per l’aria pulita da 700 dollari a migliorare (almeno un po’) l’andamento scolastico e accademico dei giovani? Secondo un ricercatore americano, sembrerebbe proprio di sì.


La tesi è sostenuta da Michael Gilraine, un ricercatore alla New York University, nel paper dal titolo “Air Filters, Pollution and Student Achievement,” pubblicato tra gli Edworking papers dell’Annenberg Institute (specializzati nelle ricerche sull’educazione).


Secondo Gilraine, ci sarebbe una correlazione tra un ambiente altamente inquinato – soprattutto dalle emissioni delle auto – e un peggioramento dei risultati ai test e agli esami.

Una deriva che può essere frenata, stando al ricercatore, semplicemente istallando dei purificatori dell’aria all’interno degli ambienti. A dimostrazione della sua tesi, Gilraine ha citato quanto accaduto a Los Angeles nel 2015 dopo un incidente che aveva provocato un’enorme dispersione di gas in California.

L’esempio riportato dallo studio

Nel 2015, il deposito di Alyso Canyon, nella San Fernando Valley, perse una consistente quantità di gas. Nelle 18 scuole vicine all’area vennero installati dei filtri di purificazione dell’aria come misura di sicurezza.

L’espediente permise non tanto di ripulire l’aria da quei gas (che evaporarono naturalmente), ma di creare un ambiente interno più pulito rispetto ai precedenti livelli di inquinamento.

Da questo punto di vista, mettendo in relazione dei dati sul prima e il dopo, Gilraine scoprì che i test scolastici stavano migliorando sostanzialmente da quando i filtri erano stati posizionati negli edifici. La media dei voti in matematica e in inglese, ad esempio, salì di 0,2 punti.

In un certo senso, si tratta del primo esperimento del genere: l’inquinamento in ambienti chiusi non è stato ancora studiato a fondo come quello all’aria aperta, e questo espediente ha permesso di avere i primi risultati – replicabili negli uffici, nelle case e nelle università.

«Questo è il primo esperimento ed è su un campione di piccole dimensioni che deve essere replicato su una scala più ampia», ha sottolineato Gilraine nel paper. «Ma è una prova promettente, che potrebbe servire a migliorare notevolmente i risultati degli studenti».

I costi

Stando a quanto riportato dal ricercatore, questa scoperta si allinea alla tesi di Alan Krugeuer, che nel 2011 studiò come le classi più piccole e meno affollate avevano risultati migliori di 0,22 punti nei test.

Ma mentre rivedere la struttura degli edifici può essere un’operazione decisamente costosa, i filtri installati nelle scuole californiane sono costati appena 700 dollari, con un’aggiunta di altri 600 dollari di manutenzione l’anno.

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Foto copertina: Feliphe Schiarolli su Unsplash