Torino, chiude la libreria Paravia, seconda più antica d’Italia. Il motivo? «Amazon»

«Questo è il prezzo che si paga a essere librerie indipendenti senza tutele e ai ritmi di Amazon», hanno detto le proprietarie

«Per ogni serranda che cade si spegne una luce e si crea un vuoto». L’assessora alla Cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio, ha commentato così l’amara e «dolorosa» chiusura della libreria Paravia di Torino, la seconda più antica d’Italia.


Aperta nel 1802, l’annuncio della chiusura era arrivato ieri, 14 gennaio, direttamente sulla pagina Facebook della libreria di piazza Arbarello. «Abbiamo ereditato da nostro papà questo affascinante mestiere e abbiamo investito tutte le nostre energie per cercare di farlo nel miglior modo possibile», avevano scritto le proprietarie, le sorelle Nadia e Sonia Calarco.


I ritmi imposti da Amazon

Paravia aveva chiuso il 28 dicembre per le festività, e non ha più riaperto le serrande al pubblico. Come ha spiegato Sonia Calarco al Corriere della Sera, «questo è il prezzo che si paga ad essere librerie indipendenti: i ricavi coprivano a malapena i costi, non era più sostenibile».

«Quando abbiamo dovuto spostarci da via Garibaldi – ha continuato – si è ridotto il passaggio di clienti attirati dalla vetrina, ma questo ha accelerato un processo che sarebbe avvenuto in ogni caso».

Sonia ha spiegato il motivo per cui i clienti sono andati man mano a diminuire. «Il perché lo conoscono tutti: è Amazon», dice senza giri di parole. «Il problema non è il commercio online, che c’è sempre stato, ma Amazon che prima ha attirato i clienti solo con sconti esagerati, poiché in Italia manca una legge che tuteli i librai, e poi li ha abituati ad avere i prodotti a casa in tempi rapidissimi e con un assortimento incredibile».

«Purtroppo – ha affermato all’Ansa l’assesora Poggio – viviamo in contesto
in cui le piccole imprese soffrono da tanti anni. Hanno subito la mannaia delle liberalizzazioni».

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