Migranti, la svolta dell’Ue sui rimpatri. Il commissario: «10 mila agenti della “Polizia europea” ai confini»

Il vice di Ursula Von der Leyen avverte: «Non possiamo fallire una seconda volta»

Il progetto pilota Ue sull’immigrazione prende forma. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione Ue mette però in guardia: «Sui migranti non possiamo fallire una seconda volta». E così dalla settimana prossima, il commissario greco sarà in tour tra le varie capitali europee per trovare la quadra su diversi punti. Martedì Schinas sarà a Roma, dove incontrerà il ministro degli Interni Luciana Lamorgese.


«Il Patto coprirà tutti gli aspetti delle politiche migratorie, solidarietà e responsabilità troveranno risposte contemporaneamente in modo che ogni governo — del Nord, del Sud e dell’Est — possa vedere elementi soddisfacenti», ha detto Schinas a La Repubblica.


Approvato a Malta lo scorso settembre, il nuovo patto europeo sui migranti ha introdotto nuove regole di solidarietà tra i vari Paesi per un sistema di ridistribuzione più equo. «Nel 2016 sotto la spinta dell’emergenza siamo partiti con un sistema di ricollocamenti approvato a maggioranza qualificata – ricorda Schinas – aprendo delle ferite tra i leader: queste hanno compromesso tutto l’impianto di riforme che mano a mano abbiamo messo sul tavolo».

Ma, se Italia, Francia e Germania a La Valletta sono riusciti a giungere un accordo, uno dei nodi più difficili da sciogliere in materia di immigrazione è l’opposizione al ricollocamento di Paesi del nord e dell’est europeo e del famoso gruppo Visegrad.

«Prima Frontex non disponeva di strutture e staff permanenti – chiarisce Schinas – ora invece sta reclutando personale proprio che entro il 2027 conterà 10 mila agenti, parte della nuova Guardia di confine e costiera europea».

«Già la prossima estate – assicura Schinas – ai nostri confini avremo 700 agenti permanenti, altamente visibili agli occhi dei cittadini grazie a uniforme e distintivo europeo Per la prima volta nella storia dell’Unione questo personale Ue sarà armato e potrà contare su un vasto equipaggiamento che comprenderà navi ed elicotteri».

Resta comunque la difficoltà di pattugliare i confini marittimi: “In futuro vascelli battenti bandiera europea con a bordo i nostri agenti torneranno a controllare il Mediterraneo».

Schinas plaude al lavoro in mare delle Ong nel salvataggio dei migranti, ma chiede che “vengano inquadrate in una cornice legale che al momento non c’è. Per fortuna nel Mediterraneo centrale da settembre è in vigore l’Accordo di Malta grazie al quale l’82% dei migranti salvati dalle Ong – dice Schinas è ricollocabile tra i paesi che volontariamente hanno scelto di prendervi parte».

«Da settembre, ovvero da quando l’Accordo è in funzione, sono stati redistribuiti 400 migranti sbarcati in Italia», dice Schinas.

Sul futuro del patto sui migranti, il commissario sottolinea che «l’Ue resterà un continente che protegge chi ne ha bisogno, ma chi non avrà diritto allo status di rifugiato dovrà tornare indietro». Bruxelles ha però intenzione di iniziare a stringere una serie di patti con “i Paesi di origine e transito in Africa e in Asia per convincerli finalmente a riprendere i propri cittadini».

Nel dossier migranti continua a rimanere chiave la riforma del trattato di Dublino, su cui Schinas promette di trovare una soluzione: «Stiamo facendo un giro di capitali per mettere a punto il sistema, ma l’idea è che chi arriva in Italia, o in un altro Paese, entra in Europa. Sono certo che lavorando sui confini esterni arriveremo a una politica comune efficace e coerente».

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