La proposta di Landini che piace pure al presidente Inps: «In pensione a 62 anni, si può»

No al sistema solo contributivo, però, «creerebbe troppe disuguaglianze»

Il segretario generale della Cgil questa mattina ha lanciato la sua proposta in una intervista a La Stampa. Combattere la precarietà, un fisco «a forte progressività che faccia pagare in base a quello che si possiede», oltre agli investimenti nelle “infrastrutture sociali”. Ma a far discutere di più, è l’idea che sia possibile «un’uscita flessibile a partire da 62 anni».


Maurizio Landini spiega che per farlo non è necessario creare un sistema tutto contributivo (in cui nel corso della pensione si spendano solo i soldi accumulati) ma che, semmai, per fare una pensione 62 anni di età più 20 di contributi bisognerebbe pescare dalla fiscalità generale: «I soldi si possono andare a prendere altrove, e in tanti sistemi pensionistici europei anche la fiscalità generale contribuisce alla spesa previdenziale. Il 27 gennaio inizierà una trattativa su una riforma complessiva».


L’idea di rivedere l’età pensionabile convince anche il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. In una intervista a Repubblica, lo scorso 20 gennaio, aveva detto che «la flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva. Si fissa una linea di età per l’uscita, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione. Ovviamente con ricalcolo contributivo». È possibile che si trovi un accordo?

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