Coronavirus di Wuhan, secondo la Cnn c’è il primo contagio negli Stati Uniti. In Cina i morti salgono a sei

È salito a sei il bilancio delle vittime del coronavirus simile Sars, il cui focolaio è partito dalla città cinese di Wuhan

Ci sarebbe il primo contagio di coronavirus di Wuhan negli Stati Uniti, nello stato di Washington. Secondo quanto riferisce la Cnn, i centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie dovrebbero dare la conferma ufficiale a breve.


La fonte citata dalla Cnn sarebbe stata informata da un briefing del Cdc svoltosi oggi, 21 gennaio. Non è ancora chiaro se la persona risultata contagiata negli Usa abbia viaggiato di recente in Cina e se abbia già infettato altre persone.


In Cina si aggrava il bilancio dei morti a causa del virus comparso dal dicembre scorso (sono ormai 6 i casi di morti accertate). Alle 18 di ieri risultano segnalati in Cina un totale di 224 casi di polmonite causata dal nuovo coronavirus. Di questi ne sono stati confermati 217, con 198 a Wuhan, 14 nella provincia del Guangdong e 5 a Pechino.

Intanto anche in Italia si corre ai ripari: a partire da dopodomani, giovedì 23 gennaio, data in cui è previsto il prossimo volo diretto dalla città di Wuhan (la città da cui è partito il focolaio) all’aeroporto di Roma Fiumicino, il Ministero della Salute ha predisposto l’attivazione di un canale sanitario con controllo della temperatura corporea dei viaggiatori attraverso scanner.

Il ministero: «Probabilità di introduzione del virus nell’UE moderata»

È prevista anche la compilazione di una scheda che indichi destinazione e percorso dei passeggeri, una volta sbarcati. A renderlo noto è lo stesso ministero. In Italia, spiega il ministero in una nota, «è attiva una rete di sorveglianza sul nuovo coronavirus (2019-nCoV). La situazione è monitorata dal Ministero della Salute che è in contatto continuo con le autorità sanitarie internazionali».

«Al momento – conclude il dicastero – WHO/OMS ed ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ritengono la probabilità di introduzione del virus nell’Unione Europea moderata».

Inoltre è stata avviato un ulteriore protocollo di sicurezza: subito dopo l’atterraggio, dovrà essere verificato via radio con il comandante del volo, prima dello sbarco dall’aereo, se durante il viaggio qualche passeggero abbia manifestato sintomi verosimilmente inerenti malattie respiratorie.

Solo dopo aver effettuato questo tipo di controllo, che viene fatto ad opera della Sanità aerea, viene quindi data, in caso di risposta negativa, l’autorizzazione all’apertura dei portelloni e alla conseguente discesa dei viaggiatori. In caso contrario, l’eventuale passeggero che avesse accusato problemi di natura respiratoria verrebbe comunque portato per accertamenti presso l’Istituto Nazionale Malattie Infettive L. Spallanzani di Roma.

Negli USA si lavora a un vaccino

Intanto L’Istituto nazionale per la salute americano è già al lavoro per lo sviluppo di un vaccino contro il virus. Anthony Fauci, il direttore dell’Istituto americano per le malattie infettive, ha annunciato: «Siamo vicini a compiere i primi passi per lo studio e la messa a punto di un vaccino».

Lo scienziato ha aggiunto che ci vorranno comunque mesi perché si possano iniziare i test di fase1 e un anno o più per la disponibilità al pubblico di una possibile immunizzazione. Fauci ha dichiarato ai media Usa che ci sono ancora tante domande senza risposta sull’evoluzione del virus e dell’infezione, che ha già fatto scattare l’allarme a livello mondiale.

«È una situazione in evoluzione, che bisogna prendere molto seriamente ed è difficile prevedere dove andrà a finire». Il direttore dell’Istituto di ricerca Usa ha sottolineato come ora sia chiaro che il coronavirus si trasmette da essere umano ad essere umano, ma non si sa con che facilità, ad esempio se sia «un contagio continuo e ripetuto od occasionale». Allo stesso modo non si sa ancora quali e quanti tipi di animali possano trasmetterlo.

Ansa |Passeggeri passano davanti a un poster che segnala lo screening del coronavirus in vista del loro arrivo all’aeroporto internazionale di Kuala Lumpur

Leggi anche: