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Prescrizione, avvocati contro la riforma di Bonafede: in manette a Napoli, cartelli con la Costituzione a Milano – Video

01 Febbraio 2020 - 10:34 Redazione
A Milano una quarantina di avvocati hanno sfilato mostrando cartelli con articoli della costituzione

Tutti contro la prescrizione. Da nord a sud gli avvocati italiani hanno mostrato la loro contrarietà alla riforma del regime della prescrizione, che verrà sospesa dopo il primo grado. Dopo Roberto Alfonso, Procuratore generale di milano, che ha sottolineato come la riforma «presenti rischi di incostituzionalità» e «violazioni dell’art. 11 della Costituzione», una quarantina di avvocati della Camera penale di Milano hanno sfilato mostrando cartelli con gli articoli della Costituzione come forma di protesta.

Stamattina, poco prima dell’inizio delle celebrazioni per l’anno giudiziario, un gruppo di avvocato ha manifestato contro la riforma voluta da Alfonso Bonafede: «Abbiamo indicato tre articoli della Costituzione: il 24 che è per il diritto di difesa, il 27 che è la presunzione di non colpevolezza è il 111 che è il giusto processo. Accoglieremo Davigo con questi cartelli», ha detto l’avvocato Giovanni Briola del direttivo della Camera penale.

Lo stesso Roberto Alfonso, ha lamentato «spaventosi vuoti di organico e la mancanza di risorse che contribuiscono a determinare tempi lunghi del processo». Anche a Napoli, l’ordine degli avvocati presieduto da Antonio Tafuri sono entrati ammanettati nella Sale dei Baroni, in occasione dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario.

Scene simili a Messina dove gli avvocati del Distretto della Corte di Appello di Messina hanno scelto di assistere alla medesima cerimonia senza indossare la toga, come hanno spiegato in una nota «in segno di protesta e di dissenso nei confronti di chi «non ascolta la voce dell’avvocatura sulla riforma che ha inciso sul decorso del termine di prescrizione del reato».

«Oggi – prosegue la nota – il codice affida ai tempi del processo alla responsabilità della magistratura, prima inquirente e poi giudicante, ma solo un confronto reale e costruttivo con l’avvocatura avrebbe potuto consentire al Ministro di comprendere le ragioni reali della violazione delle norme sul giusto processo».

Lo striscione ad Ancona

Sit-in con striscione degli avvocati della Camera penale di Ancona e della locale Camera minorile prima dell’inizio della cerimonia di apertura dell’Anno giudiziario nelle Marche. Le toghe protestano contro le «gravi carenze del sistema giustizia» che impediscono di «garantire la difesa dei diritti dei cittadini costituzionalmente previsti». Le criticità, spiegano, riguardano «gravi mancanze d’organico che rendono quasi impossibile accedere agli uffici di Procura della Repubblica non in grado ormai di soddisfare le ordinarie richieste dell’utenza».

Stessi problemi vengono segnalati per Tribunale e Procura dei minori che non consentono la «trattazione tempestiva dei procedimenti»; e per Tribunale di sorveglianza «asfissiato dalla carenza di personale e privo di presidente da tempo». Ciò «impedisce il funzionamento del sistema giustizia a danno dei cittadini»; «è inutile anche solo parlare di tempi certi dei processi se non vengono stanziate risorse economiche adeguate e manca il personale negli uffici».

Paradossale, secondo le toghe, «anche solo pensare di stabilire per decreto il tempo di durata di un processo penale… La legge sulla prescrizione – affermano – è la plastica dimostrazione di questa drammatica situazione. Poiché non si riesce ad assicurare una ragionevole durata dei processi e la prescrizione è l’unico istituto che ne scandisce il tempo, – proseguono – si preferisce abolirla dopo la sentenza di primo grado così che il processo può durare all’infinito e consolidando così la sua endemica lentezza».

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