Ricerca e precariato, il ministro Manfredi promette: «Bisogna riformare l’iter per entrare in ateneo»

La denuncia: «Oggi in Italia si può restare assegnisti di ricerca per dieci anni. Si arriva ad ambire alla cattedra da docente a 45 anni. Troppo tardi»

È una promessa quella del ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, che a Repubblica annuncia di voler combattere, con i fatti e non con le parole, l’annoso problema del precariato (di cui si torna a parlare dopo che una delle ricercatrici che hanno isolato il Coronavirus allo Spallanzani di Roma è stata precaria fino a ora) e delle poche risorse destinate alla ricerca.


«Oggi in Italia si può restare assegnisti di ricerca per dieci anni. Se a questo periodo si sommano altre otto stagioni potenziali da ricercatore, si arriva ad ambire alla cattedra da docente a 45 anni. Troppo tardi», ha denunciato il ministro che annuncia anche un piano per assumere 1.600 nuovi ricercatori.


«Entrerà nel decreto Milleproroghe e sarà approvato entro febbraio» spiega. 200 saranno, invece, i milioni da destinare agli enti di ricerca entro marzo. «Dobbiamo difendere l’università italiana, il suo livello medio è il più alto nel mondo» ha dichiarato a Repubblica.

«Chiederò un miliardo di euro per i tre anni di governo che abbiamo davanti. È fondamentale che siano certi e distribuiti con continuità», ha aggiunto il ministro. Risorse che, in parte, potrebbero arrivare fin da subito: «400 milioni per l’edilizia universitaria, un mese e sarà pronto il bando a cui potranno partecipare gli atenei pubblici del Paese. C’è chi ha progettato un nuovo campus, chi deve ammodernare le aule. Un finanziamento nazionale per l’edilizia non si vedeva da 12 anni», ha concluso.

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