Sardine, Santori torna sullo scatto con Benetton: «Abbiamo imparato che bisogna pensarci molto bene prima di fare una foto»

A “Che tempo che fa” il volto delle Sardine parla della riunione nazionale in Campania e della necessità di «scoprire cos’è Scampia»

«Abbiamo cercato di rendere la gentilezza parte della nostra rivoluzione. Abbiamo trovato tanti interlocutori ed è stato un bene per i social media essere inondati di parole di rispetto, di una certa eleganza. E questo ha avvicinato le persone sia alla politica, sia ai social media». Mattia Santori, in un’intervista a Che tempo che fa domenica 9 febbraio, individua nella comunicazione ‘gentile’ delle Sardine uno dei più importanti cambiamenti impressi dal movimento al dibattito pubblico.


«Volevamo dare una lezione di stile alla politica e in qualche modo ci siamo riusciti», dice ancora.


In riferimento alla lettera che le Sardine hanno scritto al premier per iniziare un dibattito su tre tematiche, Sud, sicurezza e dignità della democrazia, Santori conferma che sono arrivate solo comunicazioni ufficiose da Palazzo Chigi: «Stiamo inseguendo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ma non è ancora arrivata una telefonata ufficiale».

L’area del centrosinistra

«Bisognerà trovare una bandiera che rappresenti di più le istanze di tutta un’area – dice Santori, rispondendo a una domanda sulla collocazione politica del movimento -. Le Sardine sono ovviamente più vicine al centrosinistra, ai progressisti. Ma la domanda è mal posta: non è importante sapere se un sindacato è di destra o di sinistra: è importante sapere se il sindacato sta difendendo la categoria di operatori e lavoratori che deve difendere».

Santori aveva dichiarato poche ore prima che «il Pd è il partito meno lontano da noi, quello che a tratti ci ha ascoltato di più, anche se ha tante sfaccettature. Dalle altre parti abbiamo ricevuto più attacchi che sostegno».

La foto della discordia

Tornando a parlare di comunicazione, Santori ammette l’errore compiuto scattandosi una foto con Luciano Benetton: «Abbiamo scoperto la potenza dell’immagine. Abbiamo lavorato molto con le immagini, non abbiamo riflettuto sulla potenza di un’immagine che ha completamente distorto quello che è successo quella giornata, il nostro ruolo, il motivo di quell’incontro». Cosa hanno imparato quindi? «Che prima di fare una foto bisogna pensarci molto bene».

«Abbiamo cercato di scomparire, ma non ci siamo riusciti. Sapevamo che sarebbe stato un momento mediaticamente molto forte, ma per noi era importantissimo tornare a dare attenzione alla dimensione nazionale – dice Santori in riferimento al breve periodo in cui, dopo le elezioni in Emilia-Romagna, le Sardine hanno cercato di stare lontane dalle telecamere. E poi conclude parlando della riunione nazionale dei prossimi 14 e 15 marzo a Scampia -. È giusto che le Sardine scoprano che cosa è Scampia. Noi andiamo lì e facciamo un’assemblea lì in uno spazio disponibile, se poi ci sarà la possibilità di aprirsi e vedere e scoprire saremo i primi spettatori di questo spettacolo».

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