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Piacenza, svolta nel caso del Klimt rubato e ritrovato dopo 20 anni: indagata la vedova dell’ex direttore

11 Febbraio 2020 - 09:34 Redazione
Il nome della vedova Fugazza si aggiunge al pregiudicato piacentino Valeriano Beltrame, indagato per furto e ricettazione

La vicenda del furto e successivo ritrovamento del capolavoro di Gustav Klimt il 10 dicembre scorso sembrava chiusa, il mistero risolto. In una lettera inviata al quotidiano piacentino La Libertà due sessantenni avevano confessato di aver messo a segno il colpo oltre vent’anni fa. Un tentativo, così era parso, di ottenere la clemenza dei giudici in vista di un’imminente sentenza della Cassazione.

Ma con l’iscrizione nel registro degli indagati della vedova dell’ex direttore della Galleria Ricci Oddi dov’era custodita l’opera dell’artista viennese, si riapre bruscamente il caso. È sempre La Libertà a dare la notizia: come scrive il quotidiano piacentino la Procura della Repubblica di Piacenza avrebbe inviato un avviso di garanzia a Rossella Tiadina, vedova di Stefano Fugazza (morto nel maggio del 2009).

L’indizio nel diario del marito

Pochi mesi prima della sparizione del Ritratto di signora di Gustav Klimt, nel gennaio 1997, l’allora direttore della Galleria Ricci Oddi, Stefano Fugazza, era alla ricerca di un’idea per promuovere una mostra a Palazzo Gotico intitolata ‘Da Hayez a Klimt’, al cui centro c’era il quadro rubato.

«Mi chiedevo che cosa si sarebbe potuto fare per dare alla mostra notorietà» – scriveva nel suo diario Fugazza – «per garantirle un successo di pubblico che non si era mai visto in precedenza. E l’idea che mi era venuta era proprio quella di organizzare deliberatamente un finto furto del Klimt, poco prima della mostra, esattamente – mio Dio – quello che poi è avvenuto, per poi far ritrovare l’opera dopo qualche tempo nel corso dell’esposizione».

Per mettersi al riparo da eventuali accuse il Direttore aveva preso in considerazione l’ipotesi di depositare da un notaio una lettera che spiegasse le reali intenzione dell’operazioni. Ma dopo oltre vent’anni i diari, ripresi dalla BBC e da La Libertà, sono diventati un indizio non contro il Direttore ma contro sua moglie, indagata per ricettazione.

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