Coronavirus, tutte le notizie della notte: 1350 morti, 48 mila infetti. Boom di contagi nell’Hubei con nuovi parametri

È scontro sui numeri tra Cina e Oms. Oggi lasciano lo Spallanzani i 20 cinesi che hanno viaggiato con la coppia ricoverata in Italia

Sale a 1.350 il numero di morti per Coronavirus in Cina, 1.310 nella sola provincia dello Hubei, con 242 nuovi decessi registrati, secondo la commissione sanitaria locale. I contagi nel Paese hanno raggiunto quota 48.206. Ieri 12 febbraio il numero delle vittime in tutta la Cina è stato di 1.100. Il forte incremento è dovuto all’attuale ridefinizione operata dai sanitari dei casi da Covid19. Si tratta di una brusca impennata sul giorno precedente e tiene conto delle regole di conteggio aggiornate che includono i «clinicamente diagnosticati», che pesano per 13.332 casi nella classificazione rivista.


Nel suo aggiornamento quotidiano, la commissione sanitaria di Hubei ha anche confermato altri 14.840 nuovi casi nella sola provincia. Sono 3.441 i pazienti guariti. Non è immediatamente chiaro il motivo per cui l’Hubei abbia deciso di attuare adesso le nuove misure, alimentando i sospetti che i numeri dell’epidemia sia ben più corposi di quanto finora riferito.


Secondo l’Oms è precipitoso prevedere sin da ora la fine dell’epidemia, mettendo così in dubbio l’ottimismo del presidente cinese Xi Jinping, che nei giorni scorsi aveva parlato di «sviluppi positivi, perché il numero di casi era diminuito per tre giorni di seguito. Per l’ambasciatore cinese alle Nazioni Unite, Zhan Jun, la Cina ha affrontato l’epidemia di coronavirus con «apertura, trasparenza e responsabilità.

Il diplomatico ha difeso le «severe» misure di prevenzione e controllo della Cina di fronte all’epidemia, affermando di aver ampiamente rispettato i protocolli sanitari richiesti dall’Organizzazione mondiale della sanità. L’ambasciatore ha sostenuto che la Cina ha condiviso con l’Oms informazioni sull’epidemia «non appena sono state disponibili», e ha ricordato il celere sequenziamento del virus. Jun ha chiesto solidarietà e collaborazione dalla comunità internazionale perché «nessuna nazione può sopravvivere da sola».

«Penso che oggi sia troppo presto per cercare di prevedere l’inizio, la metà o la fine di questa epidemia», aveva chiarito alla stampa Michael Ryan, capo del dipartimento delle emergenze sanitarie dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il capo dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha affermato che «il numero di nuovi casi segnalati in Cina si è stabilizzato nell’ultima settimana» ma «questo dovrebbe essere interpretato con estrema cautela. Questa epidemia può andare in qualsiasi direzione».

La mannaia del Partito

Cadono altre teste nel Partito comunista cinese, con le rimozioni dalle rispettive cariche per il capo del partito di Wuhan, della provincia dell’Hubei e il capo dell’ufficio di Hong Kong e Macao. A Wuhan, città epicentro dell’epidemia da coronavirus, il nuovo capo del Pcc è ora Wang Zhonglin, che sostituisce Ma Guoqiang. Proprio lui in un’intervista a fine gennaio alla tv statale Cctv aveva ammesso i ritardi nella scoperta del coronavirus: «In questo momento – aveva detto – mi sento in colpa, con rimorso e rimprovero. Se fossero state adottate prima le misure di controllo rigorose, il risultato sarebbe stato migliore di quello attuale».

In Italia

Saranno dimessi stamattina alle 7 dallo Spallanzani i venti turisti cinesi che avevano avuto contatti con la coppia risultata positiva al coronavirus. Si tratta della comitiva che partecipava al viaggio insieme alla coppia risultata positiva. Nell’ultimo bollettino venivano definiti «ripetutamente negativi ai test per la ricerca del nuovo coronavirus» e «in buone condizioni generali».

Anche il 29enne italiano positivo ai test la scorsa settimana rimane ricoverato ma buone condizioni, soprattutto senza febbre. Continua invece a essere a rischio la coppia di cinesi provenienti dalla città di Wuhan, che ha contratto il virus, e che è ancora ricoverata in isolamento in terapia intensiva dell’ospedale romano.

La loro prognosi continua a essere riservata. Finora all’ospedale per le malattie infettive sono stati valutati 64 pazienti sottoposti al test. Di questi, 46 sono risultati negativi e quindi dimessi. Oltre ai tre casi confermati, invece, ci sono 14 pazienti sottoposti a test in attesa di risultato.

Dalla Diamond Princess

Il ministro della Salute nipponico Katsunobu Kato ha confermato l’accertamento di altri 44 casi di coronavirus sulla nave da crociera Diamond Princess, nella baia di Yokohama. È il risultato maturato da altri 221 test fatti, che porta il totale delle infezioni accertate a 218, in aggiunta al funzionario della quarantena rimasto a sua volta contagiato. A bordo ci sono ancora oltre 3.000 persone, tra cui 35 italiani, di cui 25 membri dell’equipaggio, incluso il comandante Gennaro Arma.

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