Italiani popolo di scoraggiati. Ma nel mondo la GenZ punta ancora «a fare ciò che ama» per lavoro – I dati

Il report di LinedkIn ha coinvolto oltre 30mila persone tra i 18 e i 65 anni nel mondo

Quanto sono fiduciosi gli italiani in merito alle opportunità lavorative che il Paese gli offre? Poco, anzi, pochissimo: l’Italia si piazza al terzultimo posto nella classifica globale per ottimismo verso le occasioni di carriera. Che gli italiani, soprattutto i giovani, fossero scoraggiati nei riguardi del proprio futuro lo avevano già svelato altri studi, su tutti quelli dell’Istat e del Cnel pubblicati tra il 2019 e il «primo mese del 2020, che hanno ufficializzato il termine scoraggiamento» nelle proprie statistiche. E a confermare ulteriormente la situazione è arrivato il secondo report di Linkedin (il social network usato per creare occasioni e rapporti di lavoro), dal titolo LinkedIn Opportunity Index, ha coinvolto oltre 30mila persone tra i 18 e i 65 anni.


Grafica: Linkedin

La percezione della «disponibilità di opportunità sul mercato» e la «fiducia nel successo» in Italia sono ai minimi storici. Data la natura dell’economia, questi livelli incidono pesantemente sul benessere delle persone. A livello globale, infatti, la realizzazione della vita coincide per l’81% con l’impegno nel lavoro e con la ricerca di opportunità legate alla carriera (87%). Gli italiani, nello specifico, per stare bene desiderano posti di lavoro che garantiscano un buon equilibrio tra vita professionale e privata, la sicurezza e la stabilità del lavoro e la possibilità di fare ciò che amano. Sono anche alla ricerca di opportunità che permettano loro di trascorrere del tempo di qualità con amici e familiari – cosa che, dati i livelli ancora bassi di smart working in Italia, contribuisce ad alimentare il malcontento.


Grafica: Linkedin

Donne meno fiduciose degli uomini

A peggiorare il quadro c’è, come al solito, il gender gap. Lo studio ha messo in evidenza che in Italia le donne hanno la percezione di avere meno possibilità di accesso a opportunità professionali valide.

La GenZ sogna di fare «quello che ama». Ma in Italia non sa come

Proprio come la generazione dei Baby Boomers, anche i giovanissimi della Generazione Z mettono al primo posto l’opportunità di poter fare il lavoro che amano. E dalla loro, almeno in Italia, hanno l’età: nel nostro Paese, infatti, l’invecchiamento è tra le cause che più scoraggiano un individuo a credere nelle opportunità di successo che avrà davanti.

Grafica: Linkedin

Nel nostro Paese, però, la situazione sembra essere più difficile, perché il numero di giovani inattivi e scoraggiati è il più alto d’Europa. Il lavoro dei sogni lo vorrebbero, insomma, ma non sanno come raggiungerlo: nel 2018 sono stati oltre 360 mila gli under 35 che non lavoravano, non studiavano e non erano alla ricerca di un impiego – in altre parole, che avevano smesso di cercare a causa della mancata fiducia nelle opportunità che le Istituzioni o il mercato sono in grado di offrirgli.

L’Italia soffre la mancanza di un network professionale

Nell’ambito del sondaggio, Linkedin ha anche valutato la forza delle reti professionali delle persone intervistate, il cosiddetto network. La forza viene calcolata in base alla diversità e alla quantità delle persone che conoscono e su quelle sulle quali possono contare quando e se necessario in ambito lavorativo. Tra l’altro, il 71% degli europei pensa che sia indispensabile conoscere le persone giuste per progredire nel proprio lavoro (il network è un elemento inevitabilmente interessante per l’azienda, considerata la natura social di Linkedin). Insieme al Brasile, la Spagna, il Giappone e la Cina, il nostro è il Paese in cui le persone trovano più difficile sentirsi fiduciosi per il futuro in mancanza di una rete: l’assenza di un network li fa sentire smarriti e senza abbastanza motivazioni per agire.

Grafica: Linkedin

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Foto copertina: pawel szvmanski su Unsplash