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«Ora sono felice, vorrei solo un po’ di prosciutto crudo»: la vita di Niccolò in isolamento allo Spallanzani

16 Febbraio 2020 - 07:33 Redazione
Parla con l'esterno attraverso un citofono, oggi dovrebbe riuscire finalmente a rivedere i suoi, a tenergli compagnia Instagram e libri, ma non vede l'ora di poter tornare in Cina

È risultato negativo ai test sul Coronavirus, ma dovrà rimanere comunque due settimane nell’ospedale Spallanzani, in isolamento. Niccolò, il 17enne di Grado, rimpatriato da Wuhan, comunica con l’esterno dalla sua stanza attraverso un citofono.

Non è ancora riuscito a vedere i suoi genitori che dovrebbero arrivare oggi, 16 febbraio, a Roma. Il suo primo desiderio appena atterrato in Italia è stato un piatto di prosciutto crudo. «Volevo tanto mangiarlo di nuovo», ha detto ai sanitari dello Spallanzani attraverso una mascherina.

«Sono felice di essere tornato», ha detto il 17enne, ma è deciso a «tornare in Cina quando tutto sarà passato». «Sono un po’ amareggiato perché ho dovuto interrompere il percorso di studi che avevo iniziato in Cina grazie a Intercultura. È un bellissimo progetto, chi poteva pensare che sarebbe finita così?», aveva detto a Repubblica poco prima di salire sull’aereo che lo ha riportato in Italia.

A fargli compagnia in isolamento smartphone, pc, qualche libro, «il resto me lo porteranno i miei». Poi c’è Instagram dove gli scrivono in tantissimi per esprimere solidarietà. «Io famoso?», ride.

Fonte immagine copertina: Instagram

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