Il numero degli insetti cala del 25% dal 1990 a oggi. Un’ecatombe silenziosa che ci riguarda da vicino

Di gran lunga gli animali più eterogenei e abbondanti del Pianeta, gli insetti superano la specie umana di 17 volte e sono essenziali per gli ecosistemi da cui dipende l’uomo

La più grande ricerca globale sugli insetti – una specie di censimento su scala mondiale – mostra un calo preoccupante di quasi il 25% negli ultimi 30 anni, con declino accelerato in Europa. Un’ecatombe silenziosa che ha scioccato gli scienziati. L’analisi pubblicata sulla rivista Science e una raccolta mondiale di 166 ricerche a lungo termine condotte tra il 1925 e il 2018, confermano il trend negativo già anticipato da diversi studi in passato. Contestualmente aumentano, invece, gli insetti che vivono in acqua dolce, come i moscerini e le mosche, che crescono dell’11% ogni decennio a seguito delle azioni di bonifica di fiumi e laghi inquinati. Un dato positivo che, però, va contestualizzato: questa tipologia di insetti, infatti, rappresenta solo il 10% del totale e non impollina le colture. Dai dati emerge il totale disinteresse verso la tutela degli insetti e la conseguente scarsità di dati provenienti da alcune regioni del pianeta, come il Sud America, l’Asia meridionale e l’Africa. Proprio in queste aree, hanno fatto sapere i ricercatori, la rapida distruzione di habitat naturali per far spazio all’agricoltura e all’urbanizzazione probabilmente ridurrà significativamente le popolazioni di insetti.


Di gran lunga gli animali più eterogenei e abbondanti del Pianeta, gli insetti superano la specie umana di 17 volte e sono essenziali per gli ecosistemi da cui dipende l’uomo: impollinano le piante, fungono da alimento per altre specie e “riciclano” i rifiuti della natura. La precedente ricerca su scala globale aveva avvertito che se il trend negativo fosse proseguito, ci sarebbero state «conseguenze catastrofiche per la sopravvivenza dell’umanità». La silenziosa scomparsa degli insetti è causate dalla distruzione del loro habitat naturale, dai pesticidi e dall’inquinamento luminoso. L’impatto della crisi climatica, nonostante alcune evidenze a livello locale, non è ancora chiaro a livello globale dato che i cambiamenti di calore e pioggia potrebbero danneggiare alcune specie ma stimolarne altre, anche nella stessa area geografica. Il professor Dave Goulson, dell’Università del Sussex, si è detto preoccupato per quanto emerso dalla ricerca: «Le persone dovrebbero essere più preoccupate che mai per questi animali. È una grande notizia che alcuni insetti acquatici stiano aumentando, ma la maggior parte è terrestre e questo nuovo studio conferma ciò che era già chiaro: da decenni è in corso un vero e proprio massacro».


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