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Esiste ancora un’emergenza migranti? Nel 2019 gli sbarchi sono stati il 90% in meno del 2017 – Il rapporto

20 Maggio 2020 - 19:06 Valerio Berra
Sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, il Centro Astalli pubblica ogni anno un report con tutti i dati sull'immigrazione

Prima di essere un luogo delle anime dopo la morte nella teologia cattolica, il «limbo», secondo la sua etimologia latina limbus, è un confine. Un contorno, il margine che separa una forma dal resto dello spazio. Ed è proprio in questo margine che secondo il Rapporto annuale del Centro Astalli per i Rifugiati avrebbero vissuto migliaia di migranti.

Il Centro Astalli è la sede italiana del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, organizzazione internazionale attiva in 40 nazioni. È stato aperto oltre 30 anni fa e nel 2020 ha assistito 20mila rifugiati e richiedenti asilo, di cui 11mila solo nella città di Roma. Ogni anno pubblica un report sui dati che raccoglie sull’immigrazione.

I dati del Rapporto annuale sugli sbarchi

I numeri degli approdi in Italia sono in drastica diminuzione rispetto agli ultimi due anni. Nel 2019 sono arrivati in Italia 11.471 migranti, un calo di oltre il 50% rispetto al 2018 e del 90% in relazione al 2017. Per il Centro Astalli i migranti non hanno smesso di muoversi via mare ma sono stati intercettati prima dalla Guardia costiera della Libia: «Nell’ultimo anno 8.406 persone intercettate nel Mediterraneo sono state riportate in Libia e lì detenute in condizioni che le Nazioni Unite definiscono inaccettabili».

Francesca Napoli | Ospiti del Centro Astalli, Roma

Condizioni che sono state certificate anche dai dati del SaMiFo, una struttura sanitaria di Roma che assiste i richiedenti asilo. Il 35% dei pazienti che si sono rivolti a questo centro sono stati vittima di tortura o maltrattamenti: presentavano segni di diverse violenze, dalla mutilazione dei genitali femminili a disturbi post-traumatici.

«Nell’ascolto delle storie personali è emersa in maniera drammatica la rappresentazione dei centri di detenzione libici: luoghi fortemente traumatizzanti, dove torture e violenze di ogni tipo vengono esercitate quotidianamente su uomini e donne inermi, lasciando profonde ferite nei corpi e nelle menti»

Il limbo dei documenti per i migranti

Oltre al limbo fisico, il Centro Astalli ha fatto emergere nel suo rapporto anche un limbo burocratico: nel 2019 è aumentato infatti del 29% il numero di accessi al loro Centro d’ascolto di Roma per capire cosa fare con i documenti «soprattutto da parte di persone che, con l’abolizione della protezione umanitaria, si sono trovate all’improvviso nella condizione di poter perdere il permesso di soggiorno».

Guardando sempre i dati degli accessi si vede poi che il numero di utenti che si sono rivolti a questo servizio senza documenti validi è aumentato del 79%. Un problema che riguarda anche l’assistenza medica:

«Circa i due terzi delle persone che si sono rivolte all’ambulatorio nel 2019 non risulta iscritta al Servizio Sanitario Nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di migranti che vivono in Italia da tempo, ma che per difficoltà relative alla residenza o al titolo di soggiorno non sono riuscite ad accedere, o hanno perso l’accesso, all’assistenza sanitaria pubblica»

Francesca Napoli | Una vista medica in uno degli ambulatori del Centro Astalli, Roma

Foto di coperina: Francesca Napoli

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